Manovra, il governo chiede la fiducia Bagarre leghista con i fischietti
La Fornero frena sull'articolo 18
Il governo ha posto la fiducia nell'aula del Senato tra i fischi della Lega e domani arriverà il via libera definitivo di Palazzo Madama al decreto. Come previsto il testo sarà licenziato dal Senato senza alcuna modifica rispetto a quello approvato dalla Camera. Lega all'attacco Il Carroccio intanto continua ad alzare i toni dello scontro. Prima in mattinata le parole di Roberto Calderoli: "Il governo Monti è un colpo di Stato". Poi in serata la protesta messa in scena in aula con cartelli e fischietti mentre il governo chiedeva la fiducia di Palazzo Madama. Una bordata di fischi è partita dai banchi della Lega poco prima che il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, prendesse la parola per chiedere la fiducia. "E' uno scempio al Parlamento - ha detto il presidente Renato Schifani - questo non è uno stadio è il Parlamento dovreste vergognarvi, avete trasformato il Parlamento in uno stadio". Lo stesso Schifani ha poi annunciato che la presidenza del Senato applicherà la sanzione della censura per i senatori della Lega. I leghisti avevano chiesto precedentemente al governo di non porre la questione di fiducia e avevano assicurato che si sarebbero limitati a presentare "una decina di emendamenti". Domani il via libera definitivo Subito dopo la richiesta di fiducia è stata una riunione dei capigruppo a definire la tempistica dei lavori per la giornata di domani. Si inizierà alle 9 con la discussione generale sulla fiducia. Così come è avvenuto alla Camera, il premier Mario Monti, prenderà la parola (alle 12.30) a Palazzo Madama. Alle 13 inizieranno le dichiarazioni di voto. La prima chiama prenderà il via poco dopo le 14 e per le 15 la manovra dovrebbe essere approvata. La ratio del decreto, ha spiegato il viceministro dell'Economia, Vittorio Grilli, in sede di replica in aula, "è stata quella di dare attuazione ai tre pilastri che hanno animato l'azione del governo: rigore, equità e crescita" che rimarranno i pilastri "anche dei prossimi provvedimenti". Il dl "milleproroghe" sbarca al Cdm A un passo dall'archiviazione del capitolo manovra, il governo è al lavoro sul decreto "milleproroghe", che approderà in Consiglio dei ministri venerdì. Il provvedimento conterrà le tradizionali proroghe dei termini di fine anno e non vi dovrebbero confluire le correzioni alla manovra come quelle sulle pensioni dei cosiddetti lavoratori precoci. Per sincerarsi che il provvedimento non eroda i contenuti della manovra, lo stesso Monti ha fatto un breve passaggio in preconsiglio. Dalle prime bozze circolate si conferma un provvedimento di sole proroghe di termini: si va dal differimento dell'esecuzione degli sfratti, alla proroga della social card e delle assunzioni nelle pubbliche amministrazione fino al rinvio ad aprile dell'entrata in operatività del Sistri.