Il Pd cerca l'accordo sulla riforma elettorale anti-Di Pietro
Sene torna a parlare in vista della scadenza per la pronuncia della Corte Costituzionale sui quesiti referendari per l'abolizione del «porcellum», facendo convergere gli interessi dei partiti che sostengono l'esecutivo Monti. La presa di distanza dalla manovra da parte dell'Idv e la presa di posizione della Lega, che cavalca la rendita offerta dallo stare all'opposizione, stanno infatti ricompattando Pd, Udc e Pdl. I quali hanno tutto l'interesse di guardare alle future elezioni senza doversi sobbarcare l'onere di confrontarsi con le frange più oltranziste delle rispettive alleanze. Ad aprire alle ipotesi di un abbandono del maggioritario è nel Pd Dario Franceschini che parla apertamente della via al proporzionale come di una possibilità per «salvare il bipolarismo senza costringere ad alleanze forzate». La strada, dice il capogruppo Pd alla Camera, sarebbe una riforma che non obblighi alla cosiddetta foto di Vasto. Alleanza a cui costringe invece sia il «Porcellum» sia il «Mattarellum». E a salutare con soddisfazione questa apertura, che non è piaciuta invece alla presidente Pd Rosy Bindi, è il centrista Pier Ferdinando Casini. Le parole di Franceschini sono «molto serie e ragionevoli» dice il leader dell'Udc che per favorire il dialogo annuncia: «Noi, è noto, siamo per il proporzionale alla tedesca. Ma nessuno si può permettere di fare proposte chiuse, di offrire un prendere o lasciare. Bisogna trovare un compromesso». E per discuterne, intanto, bisogna eliminare dal tavolo qualsiasi velleità di chiusura anticipata della legislatura. «Dopo il governo Monti nulla sarà più come prima, dobbiamo vedere come si evolverà la politica e ho trovato importanti le affermazioni di Alfano che ha smentito i falchi del Pdl che vogliono elezioni anticipate» dice Casini che propone di procedere su un «doppio binario». Da un lato il governo, che «si deve occupare delle questioni economiche e sociali», dall'altra i partiti, che devono curare «l'autoriforma della politica, occupandosi nell'ultimo capitolo della legge elettorale». Bene quindi Franceschini e bene Alfano: «Siamo riusciti a spargere ragionevolezza ovunque. Non vorrei – scherza – che venisse meno la nostra funzione...». Anche nel Pdl la proposta non cade nel vuoto. Una riforma si può avviare senza ricorrere a forme «di neo consociativismo ma trovando un terreno di confronto per modernizzare le nostre istituzioni» afferma Maurizio Gasparri riferendosi alle proposte lanciate «in queste ore da rappresentativi esponenti del Pd». Contrario, invece, Ignazio La Russa che difende il bipolarismo: «Dobbiamo mantenerlo e rafforzarlo, non certo annullarlo»