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Polverini: "Ora rivediamo le aziende"

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Renata Polverini

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La governatrice del Lazio, Renata Polverini, non ci sta a passare per spendacciona. Rimanda le critiche al mittente. Difende la Finanziaria, approvata in Commissione Bilancio e in discussione alla Pisana la settimana prossima. Giustifica la norma che assegna il vitalizio anche agli assessori che non siano stati eletti (nella sua giunta tutti tranne uno) e non risparmia una stoccata all'opposizione. Presidente Polverini, nella Finanziaria c'è l'abolizione dei vitalizi dalla prossima legislatura. Però nello stesso articolo c'è anche l'assegnazione di vitalizi agli assessori esterni in carica. Non erano previsti dalle norme. Non le sembra una contraddizione? «Questa norma c'è sempre stata. Poi alcuni anni fa è stata tolta in maniera sinceramente incomprensibile. Non è un caso che sia prevista in tutte le altre Regioni italiane. Non c'è distinzione tra consigliere e assessore, anzi questi ultimi hanno una grande responsabilità. Il Consiglio ha fatto bene a prevedere una norma del genere, ci stiamo allineando al resto del Paese». D'accordo, ma non le pare che i tempi e i modi per approvare questa norma siano stati sbagliati? Prevedere «nuovi» vitalizi quando si cancellano i «vecchi» rischia di creare equivoci...  «Sarebbe stato più stupido non farlo. Di fatto i vitalizi non ci saranno più, secondo l'orientamento di tutti i Consigli regionali d'Italia. Dalla prossima legislatura il sistema previdenziale sarà contributivo anche per i consiglieri». In Commissione è stata approvata pure una norma che slega gli stipendi dei consiglieri regionali da quelli di deputati e senatori e li «blocca» al 1° dicembre 2012. Tanto per evitare i tagli annunciati dal presidente del Senato Schifani e da quello della Camera Fini. Una piccola magia... «L'ho scoperto anch'io poco fa. La Commissione ha finito il suo lavoro all'alba di oggi». Ma i consiglieri, evidentemente, erano svegli...  «Non credo che abbiano avuto questa intenzione. Anche perché la Commissione nazionale presieduta dal presidente dell'Istat Giovannini ha chiesto proprio due giorni fa ai presidenti del Consiglio delle Regioni italiane quali siano le indennità». Vuole dire che le cose potrebbero cambiare e gli stipendi diminuire?  «Penso che saranno rivisti tutti gli stipendi. Dunque la volontà di evitare riduzioni sarebbe inutile. Comunque ho chiesto di poter approfondire la questione, penso che dobbiamo essere in linea con il resto del Paese e con il Parlamento». Si puntava anche ad alzare l'età per il vitalizio, da 50 a 60 anni. Anche per gli ex consiglieri che hanno maturato il diritto alla pensione ma ancora non hanno raggiunto l'età. «L'indirizzo resta quello di alzare l'età, di portarla a 60 anni. C'è ancora spazio per intervenire, con una specifica legge. Non possiamo toccare i diritti acquisiti, purtroppo. In ogni caso si può sempre rinunciare al vitalizio». Sì, la norma prevede che entro trenta giorni dall'approvazione della Finanziaria i politici possano rinunciare al vitalizio. Crede che qualcuno lo farà? «(Ride) Vediamo, magari c'è qualcuno». La sua politica sarà ancora ispirata ai tagli?  «Andiamo in quella direzione. E poi continuo ad avere senso di responsabilità e rispetto per il Consiglio, che sta riducendo i costi». Eppure i tagli sono soltanto un'utopia in alcune società regionali, come l'Arsial e l'Astral. I debiti sono decine di milioni di euro ma le spese continuano a crescere. Alcune, peraltro, poco comprensibili. Non le sembra che i bilanci di queste aziende e spesso gli stipendi di chi le amministra siano diventati un'emergenza? «Sono assolutamente preoccupata. Rivedremo l'intero assetto delle società. Spesso costano tanto e si sovrappongono nei compiti. C'è stata una gestione molto allegra, del resto abbiamo ereditato 25 miliardi di debiti. Soltanto sulla Cotral abbiamo dovuto ricapitalizzare per evitare di portare i libri in tribunale. Ma io non mi arrendo e continuerò su questa strada».  

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