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Stop del pubblico impiego da sanità a scuola

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Ildecreto è già stato depositato a Palazzo Madama e da domani sarà all'esame delle commissioni Bilancio e Finanze congiunte. Dopo le modifiche approvate alla Camera il testo arriva al Senato praticamente blindato. Domani pomeriggio il provvedimento verrà incardinato e inizierà la discussione generale; martedì i lavori proseguiranno con la votazione degli emendamenti e il mandato al relatore. Le commissioni dovrebbero licenziare il testo senza alcuna correzione e mercoledì la manovra approderà in aula. Il governo, come ha fatto alla Camera, dovrebbe chiedere la fiducia e giovedì o al massimo venerdì arriverà il via libera definitivo al decreto. E mentre in Senato si vota, incrociano le braccia i dipendenti pubblici. Domani dalla scuola alla sanità, sono a rischio i servizi pubblici per lo sciopero nazionale unitario indetto dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil. Per i lavoratori pubblici lo sciopero sarà di 8 ore mentre per la scuola sarà di un'ora (al termine delle lezioni o del servizio), per i lavoratori dell'università, della ricerca e Afam (Alta formazione artistica, musicale e coreutica) per l'intera giornata. Si fermano anche i medici ed i veterinari ma sono garantiti le prestazioni essenziali e le urgenze ed il servizio di pronto soccorso. A rischio esami diagnostici, interventi chirurgici rinviabili e prestazioni ambulatoriali. Disagi in vista per gli uffici pubblici: ritirare un certificato all'Anagrafe o un qualsiasi altro documento potrebbe risultare difficile. Possibili problemi anche per chi dovrà pagare bollette o spedire pacchi alle Poste. Sempre per domani è previsto lo sciopero dei lavoratori delle Poste per le ultime tre ore di turno. Stessa modalità e stesso giorno anche per i lavoratori dell'energia (elettrici, petrolio, gas-acqua). In concomitanza con lo sciopero, in tutta Italia ci saranno quindi presidi e manifestazioni per chiedere «un cambio radicale della manovra nel segno dell'equità». L.D.P.

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