La crisi non tocca Palazzo Chigi. Boom delle retribuzioni
Silegge nell'annuario statistico Istat secondo il quale l'indice generale delle retribuzioni è aumentato del 2,1% con un picco solo per i giornalisti (+4,7%) e per la ricerca (+3,7%) e per le Tlc (+3,7%). Ma dalla presidenza del Consiglio del consiglio arriva la replica e la spiegazione all'anomala impennata salariale: nessun aumento degli stipendi dei dipendenti di Palazzo Chigi ma uno spostamento di risorse già percepite della retribuzione accessoria a quella contrattuale. Tornando ai numeri, gli impiegati nella presidenza del Consiglio, si legge nel Conto annuale della Ragioneria dello Stato, nel 2010 erano 2.521 con un aumento del 7,6% sul 2009 (187 persone in più) nonostante la stretta sul turn over (-1,8% per i lavoratori pubblici con contratto a tempo indeterminato nel periodo). I lavoratori della presidenza del Consiglio percepivano nel 2010 in media 53.275 euro (al netto degli arretrati degli anni precedenti), quasi il doppio della retribuzione media dei dipendenti dei ministeri (28.383 euro annui). La retribuzione media dei lavoratori della presidenza del Consiglio è comunque molto più alta di quella media dei dipendenti pubblici (34.652 compresa la magistratura, carriera prefettizia ecc). L'aumento delle retribuzioni annue rispetto al 2009 (al netto però degli arretrati erogati nell'anno per gli anni precedenti) è stato del 9,8% ma tra il 2008 e il 2010 l'incremento complessivo dei salari è stato del 18,3% a fronte del 3,7% dell'insieme dei lavoratori pubblici. Tuttavia Palazzo Chigi nega che si tratti di un aumento reale dello stipendio, riportando quanto scritto dall'Istat lo scorso anno , in cui «si precisa che vi è stato il passaggio (operativo con il contratto collettivo integrativo) ad un nuovo orario ordinario di lavoro che prevede una prestazione settimanale di 38 ore in luogo delle precedenti 36» e inoltre «è stata incorporata all'interno dell'indennità di Presidenza una parte delle risorse in precedenza destinate a remunerare maggiorazioni di orario. La variazione riflette uno spostamento di risorse dalla retribuzione accessoria (esclusa dal campo di osservazione dell'Istat) a quella contrattuale». L.D.P.