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Chirac condannato. Fine di una leggenda

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Tutto il mondo è Paese. E la Francia, per giunta, confina con l'Italia. Non che ci sia da esultarene al riparo del vecchio réfrain «mal comune mezzo gaudio», ma di sicuro ieri è ufficialmente tramontata la stella di Jacques Chirac, 79 anni da poco compiuti, 12 dei quali trascorsi all'Eliseo e 18 al Comune di Parigi. Ex presidente e creatore del partito neogollista è stato condannato dal tribunale di Parigi a due anni con la condizionale ed è il primo capo di Stato francese a subire una sentenza penale davanti al tribunale. Alla fine, i giudici hanno avuto ragione dell'ostinata resistenza di Chirac a comparire in tribunale - fu lui, durante la sua presidenza, a instaurare lo «scudo» di protezione dell'Eliseo nei confronti dei magistrati - e ieri lo hanno condannato nonostante il proscioglimento fosse stato chiesto dalla Procura. Dal canto suo, Chirac ha sempre negato reati penali, ma ha patteggiato un risarcimento miliardario per evitare di trovarsi sul banco delle parti civili il «suo» Comune di Parigi. Di fatto, la giustizia ha ritenuto Chirac colpevole di aver remunerato, all'inizio degli Anni Novanta, 28 membri del partito Rpr con i soldi delle casse del Comune, dal lui governato. Per questi stessi reati - appropriazione indebita di denaro pubblico e abuso di potere - è stato già condannato l'attuale ministro degli Esteri, Alain Juppé. La storia di una leggenda politica della Francia comincia a Parigi il 29 novembre 1932, giorno della sua nascita: figlio di un amministratore di società, Jacques Chirac ha frequentato i migliori licei e poi - dopo un periodo giovanile avventuroso - anche la prestigiosa scuola di amministrazione pubblica, Ena. Quindi, entrato nel gabinetto di Georges Pompidou, allora primo ministro, Chirac comincia una carriera che coincide con la storia della Quinta Repubblica. È uomo della destra francese, nazionalista e centralista. Si fidanza e poi sposa Bernadette Chodron de Courcel, anche lei figlia della buona borghesia parigina, che le darà due figlie, Laurence e Claude. Diventa prima ministro dell' Agricoltura all'inizio degli anni 70, poi dell'Interno, quindi sostiene Valery Giscard d'Estaing nella sua ascesa all'Eliseo e viene ricompensato con l'incarico di primo ministro. Ma con Giscard rompe presto i rapporti e nel 1976 si dimette e lascia l'Udf, allora partito di destra che presiedeva, per dare vita al suo movimento Rpr (Raggruppamento per la repubblica). L'anno seguente è sindaco di Parigi, un ruolo di enorme prestigio, che non gli facilita però la scalata all'Eliseo: per due volte viene sonoramente sconfitto - nel 1981 e nel 1988 - da Francois Mitterrand, e nell'immaginario collettivo diventa l'eterno sconfitto. Arriva all'Eliseo alla fine dell'era Mitterrand, nel 1995, replicando nel 2002. Il primo mandato è all'insegna della coabitazione col primo ministro socialista, Lionel Jospin, il secondo ha il suo momento di massima visibilità con la guerra in Iraq, quando Chirac prese una posizione dura contro l'intervento della coalizione anglo-americana. È il momento della sua massima popolarità, La sconfitta al referendum sulla costituzione europea nel 2005 - vinse il «no» nonostante il forte impegno personale del capo dell'Eliseo - il crollo della popolarità, la sconfitta da parte di Tony Blair nella corsa alle Olimpiadi del 2012, segnarono il suo irreversibile declino politico.

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