Berlusconi: "Perplessi sulla manovra"
Alla fine lo ammette pure lui. Silvio Berlusconi se lo lascia scappare: «Le modifiche non le conosco ancora tutte. Stiamo valutando: abbiamo molte, molte, perplessità». In silenzio da giorni, alle prese più con la riorganizzazione del partito che con gli affari di governo, il Cavaliere riappare. Seppure per una occasione festosa, gli scambi di auguri del Milan, l'ex premier ammette i dubbi sulla manovra. E non può far altrimenti. È assediato dai suoi che a loro volta devono fronteggiare le proteste della gente di fronte alla valanga di tasse che si sta per abbattere sugli italiani e che inevitabilmente vedrà colpita soprattutto quella fascia sociale che è il cuore dell'elettorato moderato: il ceto medio. Ed è assediato allo stesso tempo anche dalla Lega che ha lanciato una vera e propria opa proprio sui moderati. Un attacco da parte di quell'Umberto Bossi con il quale da settimane l'incontro è continuamente rinviato. Rinviato anche se sarebbe meglio dire archiviato: «No, no, lo vedrò domani (oggi, ndr) a Roma», obietta Berlusconi. Anche se il Senatùr l'accusa di «stare con i comunisti»? «Ciascuno - replica il Cavaliere - cerca di portare a casa un po' di voti». Il Pdl si prepara a scaricare Monti? Non proprio. Sarebbe più corretto affermare che s'appresta a scaricare su Monti solo il lavoro sporco da compiere. Tanto è vero che in un'intervista a Paris Match Berlusconi risponde in maniera eloquente alla domanda su che cosa regalerebbe a Mario Monti: «Un grande vaso pieno di pazienza» La pazienza, aggiunge, «è una virtù fondamentale quando si vuole cercare di governare l'Italia. L'ho imparato tante volte a mie spese». E all'interrogativo più specifico se avesse fiducia nel governo Monti, Berlusconi risponde che l'attuale premier «ha dimostrato in numerose occasioni, anche quando era commmissario europeo, di essere una persona di buon senso». «Del resto - aggiunge il Cavaliere - sono io che ho spinto nel 1994 per la sua nomina, e l'avrei anche preso volentieri come ministro nel mio governo. Sulle scelte politiche, il suo governo dovrà ottenere il sostegno del Parlamento nel quale la mia coalizione è ancora maggioritaria». Quanto alla sua avventura politica, Berlusconi ribadisce che «non è ancora finita» e che «solo la storia potrà giudicare». «Smetterò - ci tiene a sottolineare - quando l'Italia sarà veramente un Paese liberale, garante dei diritti fondamentali e della libertà dei cittadini. Visto che questo giorno non è ancora arrivato, credo che il mio dovere politico debba proseguire». A stretto giro arriva la risposta di Bossi: per una riappacificazione tra il Pdl e la Lega, Berlusconi «deve dare l'esempio in Aula. Le cose si conquistano. Ma senza le spalle contadine e forti della Lega Nord si sentirà perso». Glissa anche sull'incontro: «Oggi era col Milan, ho saputo per caso dall'aviazione che domani (oggi, ndr) Berlusconi sarà a Roma». Sarà, ma le veementi proteste del Carroccio in Aula al Senato aumentano le distanze tra Pdl e Lega.Proprio nel giorno che segna l'anniversario della sconfitta dei ribaltonisti guidati da Fini visto che un anno fa il governo Berlusconi ottenne la fiducia per appena tre voti. Stefania Craxi addirittura si domanda: «E se un anno fa fossimo stati noi nel torto?». Gaetano Quagliariello non fa distinzioni tra vincitori e vinti: «Il 14 dicembre non ha vinto nessuno. Da quella data ha iniziato a perdere la politica». Il Cavaliere infine non si perde d'animo: «Sotto l'albero vorrei un Milan che sia sempre protagonista».Guarda come modello al Barcellona «che fa un gioco che mi piacerebbe che facessimo e che facevo quando allenavo i ragazzini. Abbiamo giocatori per farlo».