Manovra, domani il voto di fiducia
Berlusconi attacca: "Monti è disperato"
Il governo ha posto la fiducia alla Camera sul testo della manovra approvato dalle Commissioni. Riparte la protesta leghista in Aula con ostruzionismo, cartelli con la scritta "No Ici" e insulti anche nei confronti del presidente Fini che espelle due deputati del Carroccio. Il governo precisa che non è previsto nessun aumento per le sigarette, salvo per quelle "fai da te". Per Monti le resistenze sulle liberalizzazioni possono essere superate con una determinazione tenace. "È falso ha aggiunto il premier - che pagano i soliti noti. Ci sono dei nuovi noti che sono invitati a pagare e lo faranno". Bagarre alla Camera La Lega di lotta questa volta si scatena alla Camera contro la manovra di Mario Monti. Prima che il ministro Piero Giarda riuscisse a pronunciare, tra urla e fischi dei deputati del Carroccio, la formula con cui il governo pone la questione di fiducia sul decreto, i leghisti hanno cominciato a praticare un duro ostruzionismo fino ad esporre cartelli in Aula. E, durante una sospensione della seduta, sono anche volate parole grosse, si è sfiorato il contatto fisico con esponenti della attuale maggioranza. Dopo aver passato la notte nell'Aula di Montecitorio a discutere dei loro emendamenti alla Manovra, i leghisti cercano di ritardare il più possibile l'apposizione della fiducia. Per due ore Gianfranco Fini non è riuscito a far iniziare l'esame del decreto, visto che i deputati della Lega intervenivano a raffica sul processo verbale della seduta precedente, con contributi coloriti ed anche divertenti. Come quello di Massimo Polledri, nella vita civile psichiatra a Piacenza, che si è appigliato all'assenza, durante la seduta notturna, di un segretario d'Aula con un cognome che evoca il sesso maschile (si chiama Fallica) per lanciarsi in un esercizio verbale a sfondo sessuale. "Nel verbale - dice - non si da conto del fatto che il deputato Fava si sia accanito contro Passera; la presenza del segretario di presidenza Fallica avrebbe consentito una migliore verbalizzazione...". Si ride, fino a quando si sente una fortissima salva di fischi. Che non piacciono al presidente Fini, il quale commenta amaro: "sono i pecorai che fischiano solitamente, non i deputati". Parole che scatenano la reazione della Lega: Gianluca Buonanno e Fabio Raineri corrono verso il banco del governo, si mettono a due lati di un attonito ministro Piero Giarda e tirano fuori due grandi cartelli con la scritta "NO ICI". Scoppia la bagarre, sullo schema di quanto già accaduto ieri in Senato, con proteste da destra e sinistra. Fini chiede ai due leghisti di ritirare i cartelli, ma quelli fanno resistenza anche ai commessi, per cui alla fine il presidente della Camera li espelle dall'aula senza complimenti e sospende la seduta. Ma i due parlamentari non lasciano l'Aula: scortati dai colleghi si asserragliano ai banchi del Carroccio mentre, poco distante, volano parole grosse tra Ignazio La Russa, alcuni deputati Lumbard ed un non meglio identificato parlamentare di Fli. Solo quasi due ore dopo l'inizio della seduta si approva il verbale e il ministro Giarda riesce a porre la fiducia sul testo delle commissioni. Giarda legge tutto d'un fiato il suo annuncio all'Aula, mentre il leghisti urlano "Dimissioni" e "vergogna". E non finisce qui - Alessandra Mussolini attacca Fini per non aver punito Franco Barbato, il deputato dell'Idv che ha realizzato con una telecamera nascosta riprese in Aula (dove è assolutamente vietato) poi trasmesse in tv in prima serata. "Non ci difende. Ancora si permette di restare seduto a quel banco? Si sta facendo la sua campagna elettorale sulla nostra pelle. Si dimetta", urla. Ma Fini lascia correre e assicura su Barbato un'indagine dei deputati questori. Protesta davanti a Palazzo Chigi Manifestazione di un gruppo di lavoratori, con le bandiere dell'Usb, vicino a Palazzo Chigi. Un centinaio di persone ha causato un breve blocco del traffico su via del Corso e si è poi fermato all'altezza del palazzo del Governo tirando un petardo e un "botto". Le forze dell'ordine hanno impedito l'accesso nella piazza ai manifestanti che avevano uno striscione con scritto: "Dal governo di cialtroni al governo dei padroni. smontiamoli". "Giù le mani dalle pensioni" urlavano con i megafoni i manifestanti.