Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

L'asta dei titoli spagnoli e i dati Usa portano il sereno in Borsa

default_image

  • a
  • a
  • a

Milanoin particolare evidenza con il Ftse Mib che ha chiuso a +1,37%. La seduta è stata caratterizzata dal buon andamento dei finanziari (sottoindice Dj Stoxx +0,99%) che hanno favorito anche Francoforte (+0,98%). A sostenere la fiducia in particolare le indicazioni della Bce nel bollettino mensile che ha indicato che «la solidità dei bilanci bancari sarà un fattore chiave per contenere la spirale negativa che si potrebbe innescare a seguito delle tensioni nei mercati finanziari, agevolando un'adeguata offerta di credito all'economia». Insieme a questo anche la notizia di un piano per rafforzare i capitali delle banche, ha parlato il presidente della Bce, Mario Draghi a Berlino sostenendo che al momento c'è «una pressione molto forte sulle banche per mancanza di capitali e fondi». La spinta alla ricapitalizzazione delle banche «non è un processo semplice» e le istituzioni finanziarie dovrebbero considerare l'ipotesi di un taglio dei dividendi, ha sottolineato il numero uno della banca centrale europeo invitando le banche ad evitare una riduzione del credito «all'economia reale». Fin qui le indicazioni arrivare dai decisori. Ma ieri a sostenere le quotazioni nelle piazze finanziarie c'è stata anche la domanda boom per i titoli spagnoli in asta. Madrid ha venduto 6,03 miliardi di «bonos» con scadenza 2016, 2020 e 2021 contro un target di 3,5 miliardi. Il tasso del titolo decennale, con scadenza aprile 2021, è però salito al 5,545% dal 5,433% dell'asta precedente. In netto calo poi lo spread tra il Btp italiano a 10 anni e il Bund tedesco. Il differenziale ha archiviato la giornata in ripiegamento a 462,6 punti. Il rendimento si è posizionato al 6,57%. Nel pomeriggio si è registrato un raffreddamento generalizzato sul mercato obbligazionario europeo con lo spread tra Bund e Bonos a 348 punti. Secondo un operatore il mercato si sta rendendo conto anche che i listini offrono «prezzi convenienti» e soprattutto ci sono «buone previsioni» sui risultati di fine anno di molte società ora sottovalutate in borsa. Una riflessione che ha fatto dimenticare, almeno in parte, i timori sulla crisi del debito pubblico in Eurozona. Buone indicazioni sono arrivate anche da Oltreoceano. Negli Stati Uniti le richieste di sussidio di disoccupazione, la settimana scorsa, sono diminuite di 19.000 unità a quota 366.000 calando ai minimi da oltre tre anni a questa parte. L'indice Fed di Philadelphia, che monitora l'attività manifatturiera sulla costa orientale statunitense, è poi volato a dicembre a 10,3 punti da 3,6 del mese precedente. Il dato è di gran lunga migliore delle attese.

Dai blog