Il metodo Monti: una nuova tassa per tagliare le tasse
Per ora è una dichiarazione di principio. Ma tanto basta per scaldare il cuore di chi, soprattutto a sinistra, chiede da tempo di tassare le transazioni finanziarie. Il premier Mario Monti lancia il suo messaggio nell'Aula del Senato dove si trova per relazionare, tra le urla leghiste, sull'esito del recente vertice di Bruxelles. E spiega: «L'Italia è disposta a riconsiderare la posizione del precedente governo, che era contrario ad una tassazione sulle transizioni finanziarie, la cosiddetta Tobin tax». Non è un impegno buttato lì, per caso. Il presidente del Consiglio, infatti, lega questo cambio di strategia alla possibilità di rimodulare il peso del fisco su famiglie e imprese. «Basta tasse è impossibile - aggiunge - ma uno dei modi per arrivare a tasse più basse per famiglie e imprese è anche quello di avere una fiscalità estesa al mondo della finanza e della grande finanza». A questo punto bisognerà solo aspettare il 23 gennaio quando Germania e Francia dovrebbero presentare una loro proposta di Tobin tax nella speranza che venga approvata a livello comunitario nel 2013. Ad annunciarlo è stato il ministro delle Finanze francese Francois Baroin che sta lavorando assieme al collega tedesco Wolfang Schaeuble. La proposta sarà complementare a quella presentata lo scorso settembre dalla Commissione europea che prevedeva l'introduzione, nel 2014, di una tassa dello 0,1% sul trading di azioni e dello 0,01% sui derivati e altri prodotti finanziari, con entrate attese pari a 55 miliardi di euro l'anno. In attesa dell'appuntamento europeo di gennaio, in Italia si continua a discutere della manovra. Chiusa anticipatamente la discussione generale su richiesta dell'Udc, la Camera ha bocciato la pregiudiziale di costituzionalità presentata dalla Lega e ha avviato una seduta fiume per esaminare gli emendamenti presentati. Stamattina il governo porrà la questione di fiducia sul testo licenziato dalle Commissioni che sarà votata dopo 24 ore (intorno alle 10 di domani). In serata, verso le 19.30, il voto finale sul provvedimento che poi passerà al Senato. L'Italia dei Valori, attraverso il suo leader Antonio Di Pietro, ha annunciato un «"no" sofferto, ma obbligato». Nel frattempo, agli applausi per l'introduzione di una detrazione legata al numero di figli per l'Imu sulla prima casa, si uniscono le critiche per alcuni passi indietro del governo. Il più significativo riguarda le liberalizzazioni da cui martedì erano già stati esclusi i taxi. Ora si "sgonfia" anche la parte riguardante le farmacie. Il governo, diversamente da quanto previsto nella versione originale del testo, ha stabilito con un emendamento che i medicinali di fascia C con ricetta continuino ad essere venduti in farmacia. La lista di quelli che potranno essere venduti al di fuori dovrà essere stilata dal ministero della Salute insieme all'Agenzia italiana del farmaco entro 4 mesi dall'entrata in vigore delle legge. E se il ministro Corrado Passera promuove la prima versione della norma («era fatta bene»), il segretario del Pd Pier Luigi Bersani critica l'esecutivo: «Siamo stupiti, se non stupefatti, dalla debolezza del governo sul tema delle liberalizzazioni. Su questo la questione è ancora aperta». Protestano anche le parafarmacie, mentre rientra la minaccia di serrata lanciata per lunedì da Federfarma. Ma Passera si dice anche pronto a lavorare per il rilancio dell'industria del farmaco, dichiarazione che viene accolta positivamente dal presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi: «Fa davvero piacere che il ministro riconosca lo stato di difficoltà in cui versano le imprese farmaceutiche in Italia e la necessità di cercare modalità per il rilancio di un'industria che offre occupazione qualificata, innovazione e ricerca e un export pari al 60% della produzione». Per quanto riguarda le ultime modifiche introdotte nella manovra va segnalato anche un ulteriore intervento sulle pensioni: quelle sotto i 1.400 euro manterranno l'indicizzazione anche per il 2013. Al contrario resta la penalizzazione del 2% (doveva essere ammorbidita all'1%) per coloro che andranno in pensione con 42 anni di contributi, ma prima di 62 anni di età. Questa e altre modifiche potrebbero però trovare posto in altri provvedimenti del governo tipo il milleproroghe o un decreto ad hoc. Cambia anche un'altra norma discussa della manovra: quella che riguardava i moltiplicatori per la rivalutazioni degli estemi catastali. Quello delle banche passa da 60 a 80 (per le abitazioni resta a 160), mentre salirà da 60 a 65, quello per gli altri fabbricati di categoria D (tra cui alberghi, teatri, posti barca in porti turistici e stabilimenti balneari), ma solo dal 1° gennaio 2013. Brutte notizie, infine, per i fumatori. Viene ridotta la tassa su auto di lusso e barche. Il decremento è progressivo e scatta ogni 5, 10, 15 anni. Nessun problema per le casse dello Stato. Come clausola di copertura viene introdotta la possibilità, per i Monopoli, di incrementare l'aliquota dell'accise sul tabacco.