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L'ultima di Bossi: unire la Padania alla Germania

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Archiviatala parentesi di governo e spezzato l'asse del Nord con Silvio Berlusconi, ora si diverte a dare libero sfogo alle sue idee. E così, non appena i giornalisti gli si avvicinano, commenta a ruota libera e il primo apprezzamento lo rivolge proprio all'ex premier riferendosi alla sua assenza in Aula: «Lui è a casa. Io sto qua, ma vedo che traffica con i comunisti». Un'accusa di «inciucio» che il Senatùr aveva denunciato già nei giorni scorsi come aveva già fatto anche a riguardo della questione padana e dell'ipotesi che le Regioni del Nord potessero iniziare a stampare proprie banconote: «Il mio Paese di riferimento è la Padania». E poi nega di avere in mente una moneta del Nord perché per quella «è presto». Molto più probabile, invece, che ci possa essere l'occasione per «agganciarci a un'altra moneta quando ci sarà l'euro a due velocità. Alla Germania per esempio». «Tutti ci vogliono perché la Padania non costa e si mantiene da sola», ha concluso il leader della Lega attirandosi, così, le ire degli ex alleati. In primis quelli di Mario Ferrara (Grande Sud): «Qualcuno informi il leader separatista Umberto Bossi che il Nord senza il Sud sarebbe una palla al piede per l'Europa. Un dato per tutti: le importazioni nette del Sud dalle regioni del Centro-Nord è pari a 62 miliardi di euro». E mentre Bossi difende le proprie battaglie storiche, all'interno del movimento nordista l'ex ministro dell'Interno Roberto Maroni solleva una questione che lo stesso Umberto Bossi nel giugno scorso aveva rinviato a dicembre: la nomina di un nuovo capogruppo a Montecitorio. Una richiesta che è arrivata nel corso della riunione della Lega Nord convocata per decidere la linea sulla manovra. Richiesta sulla quale non si è fatta attendere la replica dell'attuale capogruppo Marco Reguzzoni il quale avrebbe confermato che la questione è già stata posta all'attenzione del segretario federale, Umberto Bossi, che sicuramente non l'ha scordata. Ma, secondo quanto raccontano alcuni deputati leghisti, non sarebbe questa l'ora di pensare alle poltrone ma a una manovra iniqua, che bisogna contrastare. Giudizio condiviso dallo stesso Maroni che avvicinato dai cronisti a Montecitorio avrebbe detto: «Non mi interessano le poltrone. L'unico ruolo che ho e che mi interessa è quello di parlamentare leghista». Poltrone che sono sempre più nel mirino anche della Giunta per le elezioni di Montecitorio, che ha dichiarato l'incompatibilità dei deputati sindaci di comuni con oltre 20mila abitanti. Norma che costringerà chi ha il doppio incarico a scegliere entro 30 giorni quale poltrona mantenere. Decisione che il leghista Luciano Dussin, sindaco di Castelfranco Veneto (Tv) ha già preso preferendo fare il primo cittadino. La lettera di dimissioni è stata letta in Aula dal presidente di turno, Maurizio Lupi. Una comunicazione che è stata accolta dagli applausi dei colleghi di gruppo. A Dussin succede Sabina Fabi. Ale. Ber.

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