Autogol del sindacato Mentana lascia La7
Dimissioni La decisione in polemica con il cdr I giornalisti: «Resti». Lui: «Non andrò al Tg1»
Poteteimmaginare come mi sento». È l'undici novembre del 2004, Enrico Mentana - visibilmente emozionato - si congeda dal telegiornale di Canale5 e ringrazia i telespettatori. «Nulla è per sempre» dice loro, e manda la sigla finale. Già, nulla. Neanche il suo lavoro da direttore del Tg La7, a quanto sembra. Ieri infatti Mentana ha deciso di dimettersi. «Martedì- ha spiegato - ho appreso dalle agenzie di essere stato denunciato alla magistratura ordinaria dal mio cdr. Ho atteso 24 ore per verificare eventuali ravvedimenti, che non ci sono stati. Essendo impensabile continuare a lavorare anche solo per un giorno con chi mi ha denunciato, rassegno da subito le dimissioni dalla direzione del Tg La7». Punto e basta. Il comitato di redazione, in effetti, tramite l'Associazione stampa romana aveva dato mandato all'avvocato Bruno Del Vecchio di sporgere denuncia contro di lui per comportamento antisindacale. A determinare questa decisione - «la goccia che ha fatto traboccare il vaso», si legge nel comunicato - è stato «il rifiuto del direttore» di leggere nel Tg il comunicato della Fnsi che solidarizzava con lo sciopero dei poligrafici, indetto nell'ambito della mobilitazione dei sindacati contro la manovra del governo Monti. Nel pomeriggio di ieri, quindi, la notizia inaspettata. Un «mi dimetto» che ha dato il via ad una girandola di possibili interpretazioni. Prima tra tutte, la più maliziosa: è la strategia perfetta per approdare a fine gennaio al Tg1 (quando scade la direzione ad interim di Alberto Maccari), dicono i rumors. Alcuni leader politici non resistono alla tentazione di immischiarsi: «Enrico Mentana si è dimesso dal tg7. Ora il tg1 ha il suo candidato naturale alla direzione. La Rai non può perdere l'occasione», twitta quasi in tempo reale il deputato dell'Udc, Roberto Rao. «La Rai colga l'occasione al volo e porti Mentana alla direzione del Tg1. Sarebbe un segnale di svolta per tutta l'azienda», gli fa eco Flavia Perina (Fli). Nessuna strategia nascosta - dicono altri - Enrico ha subito uno sgarbo dalla propria redazione, fa bene a tenere il punto. Già, la redazione. Da una riunione dei giornalisti convocata d'urgenza arriva una smentita confusa: «L'assemblea - si legge in una nota - rileva che il Cdr non ha presentato alcuna denuncia né ha mai intrapreso azioni contro il direttore d'intesa con l'Associazione Stampa Romana». Di più: «Invita il sindacato a non prendere alcuna iniziativa che rischia di essere inopportuna e dannosa per la stessa redazione de La7, chiede alla Fnsi di adoperarsi per la ripresa di corrette relazioni sindacali» e chiede a Mentana «di restare alla guida del Tg che sotto la sua direzione ha raggiunto risultati straordinari». A Mentana, però, queste dichiarazioni sembrano non bastare. Anzi. Hanno peggiorato la situazione e fatto infuriare ancora di più il giornalista, dice chi gli sta vicino. Dopotutto - si fa notare - tutte le agenzie hanno pubblicato il comunicato ufficiale congiunto di Stampa Romana e Cdr di TgLa7 che annunciava il mandato all'avvocato Del Vecchio di sporgere denuncia. Il fatto che non sia ancora stata depositata non cambia le cose. «Se per caso questa cosa fosse stata un'iniziativa unilaterale di Stampa Romana - è il ragionamento - ci sarebbe stato tutto il tempo per sottolinearlo per vie ufficiali o ufficiose, interne alla redazione. E invece questo non è accaduto, nonostante fossero presenti in redazione sia il direttore che i membri del Cdr. I quali hanno anzi rivendicato con i colleghi la bontà dell'iniziativa». Arrivano - attese - le venti. Nell'anteprima Mentana, questa volta più duro che emozionato, chiarisce quanto accaduto: «Alle volte anche i giornalisti entrano nel ciclone delle notizie, è successo anche a me per una faccenda grave» esordisce, con il tono di chi ha tutta l'aria di non voler tornare indietro. «O ci sarà un chiarimento ulteriore che possa dissipare il terreno da tutto quanto accaduto, o non avrò ragione di restare. È ovvio che personalmente non posso lavorare con persone che mi hanno denunciato», spiega. Quanto al comunicato non letto, aggiunge: «In questo telegiornale entrano solo le notizie che contano, abbiamo tolto tutti i fronzoli e soprattutto le notizie che servono a dar conto a qualcuno piuttosto che all'opinione pubblica. Non accettiamo imposizioni da parte di questa o quella categoria altrimenti il telegiornale sarebbe fatto solo di comunicati». Delusi finiscono anche quelli che già lo vedevano al Tg1, in sostituzione dell'«odiato» Minzolini, lui che berlusconiano certo non è: «Questa cosa non mi riguarda. Non accetterei mai di andare in un Tg Rai - sentenzia - Se dovessi fare le valigie sarebbe interessante fare esperienze fuori dai circuiti tradizionali, come quella di Santoro. Se un prodotto è seguito, lo può essere anche al di fuori delle tv più seguite». Parte la sigla finale. L'aria è da resa dei conti. L'unico contento, forse, è proprio Santoro. Con Mentana in squadra tornerebbero su gli ascolti.