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A Palazzo Madama "multa" agli assenti In Aula la Lega Nord contesta Monti

Il presidente del Consiglio dei Ministri Mario Monti

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Domani sarà posta alla Camera la fiducia sul testo uscito dalla Commissione. Lo ha deciso la Conferenza dei capigruppo di Montecitorio. Se questo iter verrà rispettato, venerdì alle 9 ci saranno le dichiarazioni di voto; dalle 10 alle 12 inizierà la chiama; al termine l'esame degli ordini del giorno. Si andrà quindi alle dichiarazioni di voto sul complesso a partire dalle 18.30. Alle 19.30 si prevede il voto finale. Oggi è stata però una giornata campale in Senato per via di una durissima contestazione da parte della Lega nei confronti del premier. È impossibile dire "basta tasse" ma, sicuramente, è possibile alleggerire il loro peso su imprese e famiglie introducendo una tassazione sulle transazioni finanziarie. È questo il nuovo fronte, a sostegno della Tobin Tax, che apre il Governo Monti, voltando pagina rispetto al precedente esecutivo. A indicarlo è lo stesso Premier, Mario Monti, che, dopo avere annunciato il cambiamento di rotta ai partner europei, oggi rilancia parlando all'aula del Senato, per riferire dell'esito del Consiglio europeo dell'8 e 9 dicembre scorsi. Una seduta, quella di oggi, particolarmente turbolenta e surriscaldata dalle contestazioni mosse dai banchi della Lega Nord che hanno ripetutamente interrotto l'intervento del Presidente del Consiglio, fino a costringere il Presidente del Senato, Renato Schifani, a sospendere la seduta. E, una volta ripresa, sono proprio i cartelli esposti da senatori del Carroccio, che scandiscono gli slogan "Basta tasse" e "Giù le mani dalle pensioni", a offrire lo spunto alla replica di Monti. «Non è possibile dire "no tasse" e "basta tasse" ma sicuramente possiamo dire 'meno tassè con un'adeguata tassazione delle transazioni finanziarie», scandisce Monti. E, su questo fronte, «l'Italia è pronta a riconsiderare la propria posizione sulla TobinTax», annuncia. «In sede europea- riferisce- si è sottolineato che un modo per avere meno tasse su famiglie, lavoro e imprese è quella di una fiscalità estesa anche al mondo della finanza e della grande finanza». «Volevo segnalare - prosegue Monti - che ho notificato in sede europea che l'Italia è disposta a cambiare la propria posizione e unirsi a quelli che vorrebbero, sul piano almeno europeo, un'adeguata tassazione sulle transazioni finanziarie» sulla quale «l'Italia, e in particolare il passato Governo, ha tenuto una posizione contraria». L'intervento di oggi in Senato, come rileva Monti, arriva a poco più di una settimana dall'approvazione dei «provvedimenti urgenti di politica economica» da parte del Governo. Provvedimenti «accolti molto positivamente dall'Europa», evidenzia il Premier, sottolineando «quanto sia stretta in questa fase la dimensione nazionale ed europea». E all'appuntamento del Consiglio europeo della scorsa settimana, è arrivata con «maggiore credibilità e posizioni autonome». «Questo Consiglio europeo è stato dedicato alla gestione della crisi finanziaria», dice Monti. Ma c'è «il rischio che l'Europa si dimentichi che il problema sono la crescita e l'occupazione. Noi vediamo gli eurobond anche in quella prospettiva». E, incalza, «è doveroso da parte dell'Europa avere uno strumentario più orientato verso la crescita», afferma il premier. Una crescita non finanziata con più disavanzo ma attraverso «adeguate riforme strutturali come quelle che abbiamo portato all'attenzione del Parlamento il 4 dicembre».   Eurobond come «messaggio forte per favorire la crescita», tiene dunque a sottolineare ancora Monti, e non certo un «mezzo subdolo per evitare la disciplina e il rigore finanziario». «Nelle conclusioni del Consiglio europeo non troverete la parola Eurobond, neppure nella versione 'stability bond' proposta da commissione Ue, ma tuttavia segnalo due finestre aperte verso questo tema che sarà nostra cura coltivare già nel breve periodo». «Una è la previsione di un meccanismo tra Stati membri sui programmi di emissione dei titoli del debito pubblico, un quadro di informazione che è presupposto di una emissione in comune dei titoli del debito pubblico», spiega il Premier. «L'altra è che le conclusioni del consiglio Ue prevedono la presentazione entro marzo da parte di Van Rompuy, Barroso e Junker di un rapporto sui modi in cui approfondire l'unione fiscale». Passi avanti, riferisce poi ancora Monti, sono stati compiuti sul versante del fondo 'salva Statì. Si va verso «il rafforzamento della sua operatività sia con il potenziamento delle sue risorse sia affidando alla Bce il compito di operare come agente del fondo nella collocazione dei suoi titoli». Soffermandosi poi sui rapporti con Francia e Germania, «siamo molto interessati al posto che ci è stato offerto» da questi due Paesi «in un concetto di nucleo interno nell'Unione». Ma, avverte Monti, occorre al tempo stesso evitare che «il puro concerto bilaterale franco-tedesco domini l'Europa». «È interesse nazionale dell'Italia- sottolinea Monti- che ci siano istituzioni comunitarie forti per imporre il rispetto del diritto comunitario a tutti». Intanto, mentre Francia e Germania sono pronte a presentare il 23 gennaio una proposta complementare di tassazione delle transazioni finanziarie, che si aggiungerà a quella della Commissione europea, la posizione di Monti viene letta con favore nelle fila del Pd. È «molto interessante la risposta alla Lega con cui Monti ha provato a riportare la discussione sulla tassazione sui binari della razionalità e non della propaganda», evidenzia Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd. «Monti ha infatti detto che la pressione fiscale sulle imprese e sulla famiglie può diminuire se quella che è l'idea italiana della tassazione sulle rendite finanziarie verrà condivisa in Europa e potrà così prendere corpo. Per un Paese che era abituato non solo a non tassare le rendite finanziarie, ma anche a premiare le operazioni elusive nei confronti delle regole fiscali, mi pare -sottolinea Finocchiaro- una proposta molto seria e con un cuore di speranza». Altrettanto positiva l'accoglienza del leader di Sel, Nichi Vendola. L'invito che rivolge a Monti è ad accelerare, con coraggio. «Di giorno in giorno sembra fare un passettino in avanti. Noi gli diciamo 'prendilo tutto insieme il coraggio e fai un grande passo in avantì». Secondo Vendola, infatti, «la tassazione patrimoniale è l'unico modo per dire al Paese che c'è equità» Costi della politica. Il Consiglio di Presidenza del Senato, riunitosi nel pomeriggio, ha affrontato i costi della politica intervenendo sulle pensioni dei senatori e dei dipendenti e sulla diaria, che è una delle voci che formano lo stipendio del senatore. Una nota spiega le decisioni adottate.   VITALIZI: dal 1 gennaio 2012 il trattamento previdenziale dei Senatori sarà basato sul sistema di calcolo contributivo vigente per i dipendenti pubblici. Il diritto alla pensione sarà maturato a 65 anni con almeno 5 anni di contribuzione; per ogni anno di mandato oltre il quinto, il requisito anagrafico viene diminuito di 1 anno fino ad un limite inderogabile di 60 anni. Ai Senatori in carica alla data del 1 gennaio 2012, nonchè ai parlamentari che avevano esercitato il mandato elettivo e che siano successivamente rieletti, si applica un sistema pro rata, determinato dalla somma della quota di assegno vitalizio maturato alla data del 31 dicembre 2011, secondo i Regolamenti in vigore, e di una quota corrispondente all'incremento contributivo riferito agli ulteriori anni di mandato parlamentare esercitato. Per quanto riguarda gli ex Senatori che attualmente non percepiscono il vitalizio, essi dovranno attendere l'età di 65 anni se in possesso di una contribuzione corrispondente a 5 anni di mandato parlamentare. Anche in questo caso l'età richiesta è diminuita di 1 anno per ogni anno di contribuzione oltre il quinto, con il limite massimo di 60 anni. DIARIA: per la prima volta viene introdotta la penalizzazione in caso di assenza alle sedute delle Commissioni e Giunte. Nel dettaglio: ai Senatori assenti in Commissione o Giunta, nelle sedute in cui si svolgono votazioni, sarà trattenuto un trentesimo della diaria per ogni giornata. Qualora nella stessa giornata siano convocate sedute dell'Assemblea e delle Commissioni, in cui si svolgano votazioni, verranno effettuate ritenute distinte ai Senatori assenti. Per quanto concerne la disciplina delle assenze dalle sedute dell'Assemblea, viene mantenuta intatta la vigente normativa, in vigore dal 2002, che prevede la riduzione di un quindicesimo se il Senatore non partecipa almeno al 30 per cento delle votazioni effettuate nell'arco della giornata.   DIPENDENTI: il Consiglio di Presidenza ha dato mandato alla Rappresentanza permanente per i problemi del personale di apportare modifiche ai trattamenti pensionistici in conformità alle disposizioni recate dal decreto-legge n. 201 del 2011, tuttora all'esame del Parlamento. In particolare, tali indirizzi prevedono l'estensione del sistema contributivo, secondo il criterio del pro-rata temporis, a tutti i dipendenti in servizio per l'anzianità maturata a decorrere dal 1 gennaio 2012, nonchè l'innalzamento dei requisiti di età e anzianità contributiva per l'accesso al trattamento pensionistico.

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