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Sull'asta per le frequenze tv la lotta continuerà in Aula

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Manon tutti sono d'accordo. «Annullare e ripartire da zero su un percorso amministrativo ormai in dirittura d'arrivo rischia solo di riaprire una procedura d'infrazione con l'Ue, creare incertezza nel settore, esporre l'Italia al rischio di azioni risarcitorie dagli attuali partecipanti e soprattutto mettere a rischio gli investimenti che gli operatori possono programmare su quelle risorse frequenziali», spiega l'ex ministro Paolo Romani dopo che la Lega ha annunciato di essere pronta a votare col Pd, a favore dell'asta delle frequenze tv. «Un'asta avrebbe favorito chi è già presente da anni sul mercato. Passera - aggiunge - saprà sicuramente valutare qual è il sistema più corretto per incentivare gli investimenti privati per le caratteristiche di un settore che si articola in due mercati totalmente differenti, Tlc e Tv, per dimensione economica, modelli di business e tempi di rientro degli investimenti. È questo il tema: dare impulso all'economia e non far cassa». Intanto Futuro e Libertà ha presentato un emendamento per sospendere l'assegnazione delle frequenze tv del digitale. Il testo prevede che sia «sospesa la procedura di assegnazione di diritti d'uso di frequenze in banda televisiva per sistemi di radiodiffusione digitale e terrestre». «Le frequenze tv - ha sottolineato il Vicepresidente dei deputati Fli Carmelo Briguglio, firmatario della proposta - sono un bene pubblico e il governo ha il dovere di intervenire e regolamentare l'assegnazione delle stesse, che non può essere a titolo gratuito, affinché non vadano persi milioni di euro utili a sostenere l'indicizzazione delle pensioni e ad alleggerire il ritorno dell'Ici per le famiglie». «Dall'asta delle frequenze per la tv digitale il governo potrebbe recuperare preziose risorse economiche per le casse dello Stato e potrebbe dimostrare discontinuità con il governo Berlusconi - aggiunge il portavoce dell'Idv Leoluca Orlando - L'esecutivo Monti dimostri di essere libero e non soggetto a ricatti indecenti, vendendo le frequenze e non regalandole. Non si possono chiedere lacrime e sangue ai cittadini italiani e poi buttare letteralmente del denaro in questo modo».

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