"Sprechi? Siamo in linea con l’Ue"
«Ma quale Casta! I parlamentari italiani costano meno che nel resto d'Europa». Antonio Mazzocchi (Pdl) è uno dei tre questori della Camera e non ci sta a rimanere vittima di quella che chiama «demagogia». Poi avverte: «Però alcuni tagli si possono fare». Onorevole Mazzocchi, anche questa volta gli stipendi dei parlamentari si salvano. «Voglio sfatare un mito. Un deputato italiano costa allo Stato 20 mila euro al mese, uno francese 23 mila. Stessa cifra per tedeschi o inglesi. La differenza è che a un parlamentare che vive fuori Parigi, la Francia gli paga casa, studio e ben due assistenti. Da noi, invece, i soldi vengono dati direttamente agli onorevoli». Dunque il taglio dell'indennità è un falso problema. «La nostra indennità è già in linea con quella dei parlamentari degli altri Paesi europei». Solo demagogia e antipolitica? «La demagogia c'è perché gli elettori non vedono una classe politica qualificata. Nella Prima Repubblica i costi erano anche maggiori ma nessuno ha mai protestato. Adesso si esagera. Non vorrei che si compromettesse la democrazia e che in Parlamento entrassero soltanto gli industriali». Torniamo ai soldi. L'indennità sarà anche meno di 5 mila euro ma poi c'è tutto il resto che porta la vostra paga mensile a 12 mila euro... «Alcuni servizi la Camera dovrebbe gestirli direttamente». Come i soldi per l'assistente parlamentare? Sono 4 mila euro che vanno nelle tasche di ogni deputato, ma soltanto pochissimi li «girano» tutti alla segreteria. «Lo so. Alcuni deputati danno pochissimi soldi ai loro collaboratori». E poi, scusi, ma ha senso assegnare quasi 4 mila euro al mese a ogni onorevole per il «rapporto eletto-elettore» se c'è una legge elettorale senza collegi? «È così. Ora i deputati sono nominati. Certo se cambiasse la legge sarebbe diverso. Per questo dico che alcune voci le dovrebbe gestire la Camera. Potremmo anche rimborsare i deputati soltanto dopo la presentazione delle ricevute». Ci sarebbero anche i soldi trasferiti ai partiti... «Una parte dei contributi ai partiti si possono tagliare, si tratta di milioni di euro». Ma lo stipendio no. «Si può fare tutto, ma già ci siamo levati mille euro al mese e abbiamo bloccato gli aumenti dei nostri stipendi, che sono equiparati a quelli del presidente di Sezione della Corte di Cassazione. Inoltre abbiamo abolito i vitalizi. La decisione ufficiale arriverà il 14 dicembre. In ogni caso dal 1° gennaio 2012 si passerà al sistema contributivo». Abbasserete gli stipendi ai dipendenti di Camera e Senato? «Devono essere equiparati a quelli della pubblica amministrazione, con il riconoscimento della specificità, ma vanno ridotti».