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Erano divisi, tornano la Triplice

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Da sinistra, il segretario della Cgil Susanna Camusso, il segretario della Cisl Raffaele Bonanni e il segretario della Uil Luigi Angeletti

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L'Italia scende in piazza. La manovra del governo Monti non piace ai sindacati che, dopo la spaccatura degli anni passati, ritrovano l'unità. E così, tutti assieme, Cgil, Cisl e Uil (a cui si è unito anche il Sindacato Padano Simpa) hanno proclamato per lunedì 12, tre ore di sciopero. Un annuncio che arriva al termine dell'incontro tra i segretari generali dei tre sindacati, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti che, «preoccupati per le conseguenze che la manovra determina sui lavoratori dipendenti e pensionati e sulle prospettive di sviluppo del Paese», hanno chiesto al governo un incontro «per affrontare i problemi derivanti dalla manovra e per chiedere i necessari cambiamenti». In altre parole Cgil, Cisl e Uil sperano che il vertice con l'esecutivo serva «per sollecitare la presentazione di emendamenti nella fase di discussione parlamentare» della manovra. Ipotesi che il ministro Monti aveva definito «difficilissima» ma sulla quale le forze sociali confidano. «Questa manovra è pesante e iniqua per tutti - ha detto Bonanni - ma in particolare per alcuni. Siamo d'accordo nel fermare questa ingiustizia». Ma nel corso dell'audizione di fronte alle commissioni Bilancio di Camera e Senato, anche Rete Imprese Italia, con il suo presidente Ivan Malavasi, ha espresso preoccupazione ribadendo un secco «no a un ulteriore aumento dell'Iva». Dalle file del governo è il ministro del Welfare Elsa Fornero a esprimere cauta apertura sul tema degli emendamenti: «Il mio auspicio è un miniemendamento, mi aspetto aggiustamenti, nessuno stravolgimento perché non ce lo possiamo permettere», ha detto parlando a Torino. E proprio nel capoluogo piemontese ieri avevano preso il via le proteste con un migliaio di persone della Cgil Piemonte: «È iniqua - spiega il segretario Alberto Tomasso - ricade ancora una volta sulle spalle di chi ha già contribuito a pagare la crisi». E, mentre il 19 dicembre sono i lavoratori dei servizi pubblici aderenti a Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Fpl e Uil-Pa ad incrociare le braccia contro la manovra, crescono di ora in ora gli aderenti allo sciopero indetto per lunedì prossimo. Sempre a Torino si fermeranno per 8 ore i metalmeccanici della Cgil. Per il settore dell'industria poligrafica (quotidiani) le segreteria nazionali di Slc-Cgil, Slp-Cisl e Uilposte fermeranno i loro iscritti per l'intero turno con effetto dello sciopero il giorno successivo. Per quanto riguarda i trasporti incrocerà le braccia per tre ore il personale dei porti, delle autostrade, dell'autotrasporto, dei trasporti merci, della logistica, delle autoscuole e pratiche automobilistiche, del trasporto funebre e degli impianti a fune. In piazza anche il Codacons che ha invitato tutte le associazioni dei consumatori e dei commercianti a fare altrettanto. Protesterà anche la Cisal con un blocco delle categorie del lavoro privato e uno sciopero generale dei lavoratori del pubblico impiego e dei servizi pubblici per il 19 dicembre. E in quel giorno si fermeranno anche i lavoratori delle Poste per le ultime tre ore di ogni turno. Anche in Lazio Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di mobilitarsi unitariamente contro la manovra con una serie di iniziative che inizieranno lunedì con un presidio in Piazza Montecitorio dalle 15 alle 19.

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