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Capitali scudati "Tassa a rischio"

Una foto di una banca svizzera

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 La tassa sui capitali scudati "potrebbe non trovare applicazione sul complesso dei capitali già emersi". Il timore sull'impossibilità per lo Stato di recuperare un gettito previsto nella manovra del governo Monti è stato espresso dal Servizio Studi del Dipartimento Bilancio della Camera. I tecnici hanno spiegato che "pur considerando la quantificazione del gettito potenziale coerente con i dati disponibili sui capitali finora emersi per l'effetto della normativa vigente, l'applicazione dell'imposta straordinaria prevista dall norma in esame potrebbe non trovare applicazione sul complesso dei capitali già emersi. Tale situazione - spiegano i tecnici - potrebbe verificarsi nel caso in cui il contribuente scudato ha investito i capitali emersi in altre attività finanziarie ovvero ha spostato la sua posizione presso un altro intermediario. In tale ultimo caso, in cui il vecchio intermediario non ha la provvista e il nuovo non ha la dichiarazione riservata, non appare chiaro quale debba essere il sostituto d'imposta". PROVVEDIMENTO UNA TANTUM Quanto all'obbligo degli intermediari di segnalare all'Agenzia delle Entrate i contribuenti nei confronti dei quali non è stata applicata e versata l'imposta a causa dell'intervenuta cessazione del rapporto di deposito o per non aver ricevuto la provvista, si evidenzia "la necessità di acquisire chiarimenti circa la compatibilità di tale segnalazione con la garanzia di anonimato delle dichiarazioni di emersione delle attività da parte degli intermediari nei confronti dell'amministrazione finanziaria, prevista dalla normativa vigente, al fine di escludere effetti pregiudizievoli sulle maggiori entrate ascritte alla norma in esame". I tecnici rilevano inoltre che "l'entrata prevista sembrerebbe assumere carattere di una tantum: andrebbe pertanto acquisito un chiarimento del governo sui possibili effetti in termini di indebitamento netto strutturale".  

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