Il Pdl esulta: "Bene non toccare l’Irpef"
Silvio Berlusconi è fisicamente sparito da qualche giorno. Qualche giorno di riposo. Ha avuto pochi contatti telefonici. E quello che ha ripetuto è un concetto solo: «Non c'è altra alternativa, bisogna sostenere questo governo». In qualche caso s'è spinto oltre: «Bisogna turarsi il naso». Concetti che ha continuato a ribadire il segretario del Pdl, Angelino Alfano, per tutta la giornata. Nel Pdl c'è grande fibrillazione per le decisioni contenute nella manovra di Monti. C'è grande tensione anche dovuta alle indiscrezioni che sono circolate negli ultimi giorni. In verità molto ridotte dopo la conferenza stampa del presidente del Consiglio. Dice Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato: «È positivo che non ci sia l'aumento dell'Irpef. Il quadro complessivo però è da approfondire». Poco più tardi anche Angelino Alfano scrive su Twitter: «Se è confermato il no all'aumento dell'Irpef vuol dire che è passata la nostra impostazione per non colpire i soliti noti. Ne sono contento». Una piccola esultanza anche se il Pdl per il complessivo della manovra mette le mani avanti: «Aspettiamo di vedere il testo e poi valuteremo. Per ora diamo un giudizio solo su ciò che è stato reso noto». E infatti il principale partito del centrodestra si dà appuntamento a oggi pomeriggio per studiare bene il decreto Monti. Per il momento la scelta è di grande moderazione, grande prudenza. E questo è dovuto soprattutto alla linea dettata dal Cavaliere, il quale peraltro dovrebbe tornare proprio oggi a Roma e quindi è assai probabile che sia egli stesso a chiamare a sé i big del partito per analizzare il decretone. Raffaele Fitto, un sostenitore della linea dialogante, prova a guardare i lati positivi: «Senta, è inutile che ci giriamo attorno. Il nostro governo non era nelle condizioni di andare avanti. Tra l'altro era ormai diffusa convinzione che le borse andavano giù e lo spread saliva per colpa di Berlusconi. In questi giorni gli italiani si stanno rendendo conto che non era così. E questo già mi pare un notevole passo avanti. Poi capisco anche che nel nostro partito sia in atto una discussione. Ma guardate anche a quello che sta accadendo a sinistra. Mi sembra sia una manovra che ha sparigliato molto di più in quel campo. E la Cgil ha messo una bella ipoteca sulla linea del Pd». In scia anche il tremontiano di ferro Giorgio Jannone: «Il contesto è molto serio e la crisi è grave quanto i possibili rischi. Il senso di responsabilità deve prevalere. Dobbiamo garantire il nostro voto anche se non mancherà il nostro apporto in Parlamento per migliorare le proposte del governo e per garantire misure dedicate specificatamente allo sviluppo». Più tardi interviene anche uno dei coordinatori, Sandro Bondi: «Dalle prime informazioni di cui possiamo disporre, mi sembra - ma è una opinione personale che non coinvolge la decisione del mio partito - che si tratta di una manovra rigorosa, che comporta notevoli sacrifici, ma che appare convincente e mantiene la promessa di garantire equità e di promuovere lo sviluppo». Il capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto, invece si lascia andare come suo solito a una dichiarazione più corposa e complessiva: «Alcune prime valutazioni solo di merito di una manovra che evidentemente è di lacrime e sangue a seguito di una drammatica situazione internazionale che fa correre all'Italia rischi gravissimi». E poi spiega: «Da un lato è significativo che sia saltato ogni provvedimento sull'Irpef, mentre dall'altro lato gli aspetti più duri della manovra riguardano da una parte la casa e dall'altra le pensioni. Al di là della decisione assai discutibile sulle farmacie, invece c'è un parallelismo che riguarda la consultazione delle forze sociali da un lato per quello che riguarda Confindustria e sindacati sulle relazioni industriali e dall'altro - conclude Cicchitto - gli ordini professionali per quello che riguarda le eventuali innovazioni da introdurre in quell'ambito». Alla fine persino un ipercritico come Guido Crosetto resta spiazzato: «Vediamo, vediamo per bene cosa c'è scritto. Per ora mi sento di dire che dò credito. Al momento mi sembra migliore di quello che pensavo». Eppure proprio l'ex sottosegretario alla Difesa era stato tra quelli che si era attaccato al telefono per cercare di convincere Alfano a tenere una posizione più distaccata. Crosetto per esempio si batte perché ci sia una parte cospicua sulla sviluppo. Al momento ci sono le liberalizzazioni. Poca roba tanto che Massimo Corsaro, uno dei duri, ironizza: «Tra le norme del primo provvedimento varato dal governo tecnico per rispondere all'emergenza economica e ridare slancio all'economia italiana, c'è la liberalizzazione della vendita dei farmaci di fascia C. Per farci capire, significa che d'ora in poi alcuni farmaci come gli ansiolitici, le pillole contraccettive e gli antidepressivi, potranno essere comprati - oltre che nelle farmacie - anche nei supermercati. In realtà, non si vede come una tale norma possa ridare lancio all'economia, dato che si tratta semplicemente di spostare del fatturato da una attività professionale sottoposta ai controlli di aziende sanitarie, Regioni e Nas a favore di imprese commerciali, tra cui quelle che già godono di inopinati vantaggi fiscali come le cooperative».