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Stipendi d'oro e benefit ai Commissari europei

Unione Europea

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Bella l'Europa. No, non quella dell'utopia monastica di san Benedetto e dell'immaginazione storica di un De Gaulle. Questa è la vetrina dei sogni. Qui parliamo dell'abbecedario della realtà. Conti, numeri, soldi. Percepiti, in forma di indennità, conformemente al regolamento n° 422/67/CEE - nella neolingua chiamata «burocratese», più diffusa del fantomatico esperanto -, dai leggendari Commissari europei. Gente mitica, leggendaria e tosta che viaggia per il mondo a rappresentare la UE, propone leggi e insomma briga e lavora nelle varie commissioni: fondamentali. Infatti, percepiscono «fondamentalmente» soldi. Tanti soldi. Vediamo più o meno nel dettaglio. Appena entrati in servizio, ai Commissari viene dato il benvenuto con un'indennità di «insediamento» pari a due mesi di trattamento di base. Le spese di viaggio fino a Bruxelles e le spese di alloggio sono evidentemente rimborsate. Ma è ovvio: sono i Commissari. Dopodiché, il trattamento economico di base di un commissario - dal 1° luglio 2009 - varia dai 20.278 euro al mese, con le dovute differenze di trattamento dovute ai Vice-Presidenti, che percepiscono 22.531,36 euro, al mese, ovviamente, mentre gli Alti Rappresentanti, Funzionari di alto rango, prendono 23.432,62 euro mensili, per poi chiudere con il Presidente, che guadagna 24.874,62 euro mensili. Il tutto sottoposto ad imposta comunitaria, nella selva delle tasse con tassi marginali di tassazione che vanno dall'8% al 45%. Ai Commissari è dovuta l'indennità di residenza pari al 15% del loro trattamento economico di base. In più, un'indennità mensile di rappresentanza che va dai 607 euro dei comuni Commissari ai 1418,07 del Presidente. Attenzione, cittadini europei: i Commissari sono come l'Arma, fedele nei secoli. I Commissari sono sempre in funzione, anche quando cessano di «funzionare». Dunque, a cessata attività, a loro sono dovuti indennità e pagamento di spese di viaggio. Nonché un'indennità - transitoria - mensile per tre anni, a partire dal primo giorno del mese dopo la cessazione delle funzioni «commissariali». L'indennità in oggetto va dal 40% al 65% del trattamento economico di base finale, a seconda della durata delle funzioni, ed è sottoposta ad imposta comunitaria. A 65 anni, dopo una lunga e faticosa carriera, i Commissari percepiscono naturalmente la pensione di retribuzione, sempre sottoposta ad imposta comunitaria. La maturazione del diritto alla pensione dipende dalla durata delle funzioni esercitate, naturalmente. Si arriva fino ad un 4,275% per ogni anno lavorativo e non si può superare il 70% dell'ultimo trattamento di base percepito. Sì, bella l'Europa dei popoli che pagano i Commissari. Soprattutto per i Commissari.

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