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Manovra, e i mercati ci promuovono

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Un operatore della Borsa di Milano

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La presentazione della manovra, l'insieme delle misure per centrare il pareggio di bilancio nel 2013, se da un lato ha servito ai cittadini un menù ricco di sacrifici, un vantaggio lo ha portato. Ha convinto, per ora, i mercati e la speculazione finanziaria. Che hanno mollato la presa sui titoli di Stato italiani e comprato a mani basse azioni in Borsa. Ieri, dopo esser sceso sotto la soglia psicologica di 400 punti, il differenziale tra il Btp italiano e il Bund tedesco ha chiuso a 375 punti base, in flessione di 80 punti sulla chiusura di venerdì scorso. Il rendimento sulla scadenza decennale dei titoli di stato italiani è sceso sotto il 6%, al 5,95 per cento. Una boccata di ossigeno per il Tesoro che, potendo contare su un costo del rifinanziamento del debito pubblico più basso rispetto ai picchi toccati le scorse settimane, potrà emettere nuovi bond a tassi più economici. La velocità di discesa lascia ben sperare nel riassorbimento della «bolla» che si era creata nel corso delle ultime aste. Nel frattempo Piazza Affari ha brindato alla manovra correttiva con un rialzo di poco inferiore al 3% (Ftse Mib +2,91% a 15.926 punti) mancando per un soffio di riagganciare la soglia dei 16 mila punti. Sono stati i titoli più tartassati negli ultimi mesi, i bancari, a guidare la riscossa. A dare uno slancio alle quotazioni delle azioni finanziarie è stato indubbiamente, oltre al calo dello spread, che rende meno oneroso in generale il finanziamento sul mercato per gli istituti di credito, anche la rivalorizzazione dei titoli in portafoglio. Se i rendimenti potenziali calano, infatti, il valore dei bond governativi in pancia alle banche sale e riporta verso l'alto gli indici di patrimonializzazione. Una circostanza che attenua la necessità di bloccare in casa la liquidità e attenua la stretta creditizia. Sui titoli delle banche ha poi influito la possibilità, prevista dal decreto del Governo, di ottenere garanzie statali sulle obbligazioni emesse. Un passaggio che consentirà agli istituti di credito di finanziarsi con tassi di interesse più bassi grazie al minor tischio connesso ai loro bond. Sarà più facile raccogliere denaro visto che la garanzia dello Stato dà ai titoli di debito una «solvibilità» maggiore. Questo si riflette sui timori di crisi di liquidità e di chiusura dei rubinetti dei prestiti alle imprese e alle famiglie che si attenua non poco. Se a questo si aggiunge l'intesa raggiunta in Europa tra Merkel e Sarkozy sulla revisione dei Trattati , che si dovrebbe tradurre in una governance politica ed economica rafforzata, il segno del mercato, spinto dal credido, non poteva che essere positivo. Così il Banco Popolare ha fatto un balzo dell'11,65%, Mps del 10,68% e Bpm del 7,28%. Forte anche Unicredit (+5,42%) e Intesa Sanpaolo (+3,85%). Tra gli assicurativi Fonsai ha guadagnato il 3,22%. Rialza la testa Finmeccanica dopo due settimane di bufera. Il titolo ha ritrovato smalto terminando in crescita del 9,8%. Forte Fiat (+6,25), meno Industrial (+3,15%) ed Exor (+2,43%). L'unico calo nel paniere è stato per Stm (-0,97%).

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