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Stretta su pensioni e tagli enti locali Ecco la super manovra da 24 miliardi

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Il presidente del Consiglio Mario Monti

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La manovra è pronta. Vale 24 mld, 20 al netto della delega fiscale. È confermato l'obiettivo del pareggio di bilancio nel 2013, attraverso «una politica di rigore, equità e sviluppo», con «interventi solidi e strutturali». Arriva una stretta sulle pensioni, con l'estensione del contributivo per tutti, la flessibilità in uscita fra 63 e 70 con fasce diverse per uomini e donne, un incremento dell'anzianità a 42 anni per gli uomini e 41 per le donne. Previsto, sul fronte delle imprese, il taglio dell'Irap sul costo del lavoro. Il provvedimento che 'escè dal giro di tavolo con le parti sociali punta ad avere «un impatto congiunturale positivo e vantaggi a lungo termine». Il premier Mario Monti e i ministri Elsa Fornero e Corrado Passera, nel confronto con sindacati e associazioni di impresa, forniscono alcuni dettagli sulle misure che saranno presto approvate dal Consiglio dei ministri. Una manovra da 20 miliardi, spiega Monti, più i 4 mld previsti dalla delega fiscale, che prevede l'intensificazione dell'azione di risanamento e una serie di provvedimenti strutturali: da quelli previdenziali fino a quelli infrastrutturali. E questo, avrebbe sottolineato il premier, per assicurare una crescita solida. In attesa delle reazioni delle parti, il premier si è detto comunque «colpito» dalla comune consapevolezza della difficoltà del Paese. Per i sindacati anche una notizia positiva su uno dei temi più controversi negli ultimi giorni. Nel provvedimento che sarà all'esame del Consiglio dei ministri non ci sarà nulla sul mercato del lavoro. Infatti, avrebbe spiegato Monti alle parti sociali, non è stata possibile una concertazione per la necessità di agire in tempi stretti. Secondo il premier, comunque, va alleviato il peso sul lavoro e sull'impresa: è un'opera che va nella direzione corretta. Nel provvedimento, avrebbe assicurato il premier, ci saranno misure che intensificano la lotta all'evasione fiscale. Ecco, tra conferme e qualche nuovo dettaglio, le misure su cui si è focalizzato il confronto con le parti sociali. PENSIONI La manovra, come illustrato dal ministro del Lavoro Elsa Fornero, prevederà nel capitolo pensioni l'estensione del metodo contributivo per tutti. Sarà flessibile la scelta delle pensioni nel settore privato da un'età minima di 63 anni a 70 calibrata su incentivi per chi resta e disincentivi per chi va via prima. Per le donne la fascia andrà da 63 a 70 anni, per gli uomini da 66 a 70. Le fasce entrerebbero in vigore nel 2012 ed è prevista la convergenza tra l'età di uomini e donne nel 2018, a 66 anni. Saranno abolite le finestre di uscita per le pensioni: «sono un bizantinismo inutile». Inoltre è previsto l'aumento delle aliquote dei lavoratori autonomi ed un contributo di solidarietà per regimi speciali. Sul nodo dell'anzianità, particolarmente sensibile per i sindacati, viene confermato il superamento della soglia dei 40 anni. Sarà possibile accedere alla pensione di anzianità con 42 anni di contributi per gli uomini e con 41 anni di contribuzione per le donne. Protette invece le fasce più deboli per quanto riguarda l'adeguamento annuale degli assegni. È previsto un sacrificio per l'indicizzazione all'inflazione ma saranno salve le pensioni minime. LAVORO nella manovra non ci sarà nulla per ora sul mercato del lavoro. È il settore, ha spiegato il premier Mario Monti, nel quale è più necessaria la concertazione. Concertazione che è un pò meno necessaria nella previdenza e un pò meno ancora nella politica economica. IMPRESE nel pacchetto le misure per la patrimonializzazione, illustrato dal ministro dello Sviluppo Corrado Passera, l'irap defiscalizzata sul costo del lavoro, nuovo credito attraverso il fondo di garanzia alle pmi che prevede a regime qualche decina di miliardi di euro, sostegno all'internazionalizzazione. I TIMORI DELLA UIL Il Governo «metta mano ai costo della politica»: lo ha detto il segretario della Uil, Luigi Angeletti nella conferenza stampa al termine della riunione tra Governo e parti sociali a palazzo Chigi. Il numero uno della Uil ribadisce la preoccupazione per il calo del potere d'acquisto per «milioni di persone» con un effetto depressivo sui consumi. Preoccupazione anche per il rischio che cresca la disoccupazione. Il giudizio della Uil sarà dato una volta che le norme saranno varate nel loro complesso. La Uil ribadisce anche che vanno ridotte le tasse sul lavoro e dichiara la preoccupazione del sindacato per il blocco delle pensioni rispetto all'inflazione.   LA CISL IN DISACCORDO "Non siamo d'accordo. La manovra grava solo su lavoratori e pensionati". Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, tuona e critica la manovra illustrata dal Governo alle parti sociali. "Occorrono risposte immediate - ha aggiunto - ma ben ponderate". Bonanni ha sollecitato il Governo a "discutere ancora in queste ore" e ribadito che è necessario "un patto sociale per gestire socialmente questa manovra. Chi darà garanzie alle gente? Chi farà da filtro?". "Finora - ha proseguito - solo i giornali hanno dato indicazioni in maniera confusa. Sulle tasse vengono caricati solo quello che hanno la ritenuta alla fonte. Quelli che hanno guadagni superiori non devono sfuggire all'esigenza di equità. Siamo d'accordo a epurare l'Irap, ma la stessa attenzione serve sul sostegno ai consumi". Sulle pensioni, Bonanni ha aggiunto: "Va bene l'equilibrio dei conti, ma è troppo veloce il passaggio al contributivo e l'innalzamento dell'età. Le due cose ora si sommano e non è una modifica reggibile. Per le donne è difficile il traguardo a 41 anni. E' sbagliato il provvedimento sulla rivalutazione delle pensioni. E poi bisogna fare la previdenza integrativa per i giovani". LA CGIL PROMETTE BATTAGLIA "La Cgil non rinuncerà ovviamente a proporre, anche al Parlamento, modifiche concrete affinché la parola equità assuma significato. Alla luce poi dei provvedimenti che verranno emanati nella loro interezza la Cgil esprimerà il suo giudizio compiuto". Lo ha detto il leader della Cgil, Susanna Camusso, nel corso dell'incontro con il governo sulla manovra, secondo quanto riferiscono partecipanti alla riunione. "L'illustrazione da parte del governo dei provvedimenti che il Cdm adotterà - ha aggiunto Camusso - si è limitata alla previdenza e ai provvedimenti sulla crescita. Al netto della necessità di conoscere effettivamente i provvedimenti che verranno adottati, segnali su crescita e infrastrutture vanno assunti positivamente". MARCEGAGLIA: MANOVRA INDISPENSABILE La manovra che dobbiamo fare è fondamentale per l'Italia e per la salvezza dell'euro. L'alternativa è solo tra manovra molto forte e cominciare un percorso di salvataggio dell'euro o il collasso dell'euro. Lo ha detto il presidenmte della Confindustria Emma Marcegaglia parlando di «situazione molto grave». La manovra, ha detto, «è indispensabile».   TAGLI AGLI ENTI LOCALI Ammonterebbero a cinque miliardi i tagli che il governo si appresterebbe a fare nei confronti delle regioni e degli enti locali. È quanto avrebbe riferito ai presidenti di Regione e ai sindaci, secondo quanto si apprende, durante la riunione in corso a Palazzo Chigi, il ministro per i Rapporto con il Parlamento Piero Giarda. I tagli graverebbero, a quanto si apprende, per 1 miliardo e 400 milioni sui comuni e per 500 milioni sulle province. Per quanto riguarda i comuni, i minori tagli sarebbero commisurati all'imponibile Imu (Imposta municipale unica). Per quanto riguarda invece le province, starebbe a loro decidere come suddividere il taglio da 500 milioni.  

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