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Silvio agli ex ministri: "Studiate cosa fanno"

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L'ex premier Silvio Berlusconi

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«Lasciamoli lavorare. Ma siate vigili». Silvio Berlusconi detta la linea. Riunisce un vecchio consiglio dei ministri del suo governo stavolta a casa sua, a palazzo Grazioli. Tutti presenti, compresi i capigruppo, tranne Elio Vito e Giulio Tremonti. Quest'ultimo pare abbia subìto un infortunio. Tuttavia la sua assenza ha reso ancora più plastica la sua distanza dal resto dell'ultima squadra di governo. Il messaggio di Berlusconi è stato soprattutto rivolto a quei ministri che, abbandonati i dicasteri, sono caduti in una sorta di depressione. Avvilimento dovuto al timore di diventare irrilevanti, di sparire, di finire nel dimenticatoio. È per questo che Berlusconi ha ripetuto a tutti come siano «importanti e fondamentali anche nella nuova fase». Nelle ultime settimane è stato un autentico pellegrinaggio al cospetto del Cavaliere per chiedere un incaricuccio, una piccola nomina, un pennacchio da mettersi in testa, un titolo con il quale rivolgersi agli italiani. Pare che il più lesto di tutti sia stato Renato Brunetta, che ha avuto una sorta di promozione a "ministro ombra per l'attuazione del programma". Programma del governo Monti, sia chiaro. Dalle sue nuove stanze in via dell'Umiltà si occuperà di tenere d'occhio i provvedimenti dell'attuale esecutivo e in particolare il rispetto delle scadenze previste dall'agenda Ue (entro la fine di novembre bisognava aver predisposto una garanzia reale dello Stato per i mutui per le giovani coppie, aver approvato una legge di riordino degli incentivi per le imprese e aver definito il piano di dismissioni). L'idea di Berlusconi comunque è di affidare a tutti gli ex ministri un mandato a controllare i loro successori. «Vigilate, controllate, studiate cosa fanno», ha ripetuto più volte durante la cena. Certo, è una linea provvisoria ma che tiene tutti dentro. Tiene quelli che vorrebbero sostenere l'esecutivo Monti, favorire una fase di decantazione, spingere verso l'accordo con l'Udc e magari ridimensionare l'asse con la Lega: a guidare quest'area è soprattutto Raffaele Fitto. È un sentiero che tiene dentro anche coloro che vorrebbero far saltare tutto e subito: ci sono gli ex An (La Russa, Meloni e più sfumato Matteoli) mentre il "falco" (almeno nei confronti del Professore) Maurizio Sacconi s'è mostrato più morbido. Il tutto mentre sale la tensione per quella che nel Pdl temono sia una stangata in arrivo a cui sarà difficile persino opporsi. Monti per esempio potrebbe reintrodurre l'Ici sotto forma di Imu (la tassa prevista nel federalismo fiscale) allargata prevedendo anche altre voci come beni mobiliari. Sarebbe una patrimoniale mascherata. In questa situazione Umberto Bossi continua a smarcarsi. Mentre il Cavaliere aveva detto che l'incontro con il Senatùr si sarebbe tenuto oggi pomeriggio a Milano, da parte della Lega non arriva alcuna conferma. Quello che si lascia filtrare è che Bossi non vorrebbe andare ad Arcore, già la settimana scorsa aveva marinato la consueta cena del lunedì. I big del Carroccio continuano a consigliare il leader a rinviare l'appuntamento non considerandolo opportuno al momento: domenica riaprirà il Parlamento del Nord alla fiera di Vicenza e dovrebbe essere una celebrazione della corsa ormai solitaria della Lega.

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