Monti incontra i leader dei partiti Alfano: "Non paghi chi ha pagato"
La medicina «molto amara» che il medico degli italiani prescrive ai suoi pazienti per salvarli da una fine dolorosa, è scritta in una ricetta che porta il timbro di tutte le principali forze politiche che sostengono il nuovo governo. Dal Pdl al Pd, passando per il Terzo Polo, i partiti della nuova maggioranza mostrano di comprendere la gravità della situazione ma, negli incontri avuti oggi con il premier Mario Monti a Palazzo Chigi non hanno mancato di esercitare il loro pressing per ottenere misure che guardino ad un orizzonte di equità. «A pagare non siano sempre gli stessi» è la raccomandazione del segretario del Pdl, Angelino Alfano mentre anche il Pd arriva all'incontro con il premier chiarendo che proprio l'equità dovrà essere il segno di «discontinuità rispetto al governo Berlusconi». Nel mezzo il Terzo Polo, quello che pur avendo sempre sostenuto di non voler esercitare pressioni nè veti, nelle circa due ore di colloquio con Mario Monti ha sollecitato e, pare, ottenuto, misure a sostegno della famiglia. Come quelle che cancellerebbero il taglio alle detrazioni fiscali già previsto dal precedente governo per il 2012 e 2013. «La manovra che stiamo discutendo sarà severa e pesante» ammette il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini dopo aver incontrato Monti assieme a Francesco Rutelli (Api) e al finiano Benedetto della Vedova. Il pressing del Pdl punta invece tutto verso le ipotesi di modifica della tassazione. «La soglia di 55 mila euro, per quel che riguarda l'Irpef, non è una soglia di ricchezza ma di quelli che sono già tartassati» dice il segretario che avverte: «Se ci fosse, avremo grandi problemi a votarla». E comunque, è il secondo avviso, il decreto non sarà per il Pdl «un vangelo»: in Parlamento verrà discusso e nel caso modificato perchè «non siamo a sovranità limitata». Monti, continua Alfano, «sa qual è la nostra opinione e noi confidiamo nel suo buon senso». Se il Pdl guarda agli scaglioni Irpef, il Pd ricorda che «i redditi bassi hanno già dato tanto e altri soggetti sociali devono iniziare a contribuire». Come lo dice il responsabile economico, Stefano Fassina: «servono imposte sui grandi patrimoni». Sulle pensioni, invece, il Pd valuterà la proposta «ma è difficile parlare di equità per un provvedimento che colpisce le pensioni più basse». La Lega resta sul piede di guerra. «Faremo le barricate in Parlamento per la difesa delle famiglie e delle imprese, sempre che con misure del genere Monti riesca ad arrivare a mangiare il Panettone, cosa di cui dubito fortemente...» attacca il coordinatore delle segreterie nazionali della Lega, Roberto Calderoli che parla della manovra come 'fabbrica della povertà. «Altro che equità e crescita! A crescere in questo caso saranno solo le tasse e la povertà delle famiglie e delle imprese» dice l'ex ministro leghista. Intanto a palazzo Chigi sono stati i governatori del Piemonte e del Veneto, Roberto Cota e Luca Zaia ad incontrare il governo: i due rappresentanti del Carroccio hanno visto ministro Piero Giarda che li ha ricevuti in quanto domani non potranno partecipare all'incontro delle Regioni con il governo perchè impegnati nell'apertura del 'parlamento padanò a Vicenza. Intanto il leader dell'Api, Francesco Rutelli, ricorda di aver sollecitato in occasione dell'incontro con il premier che i tagli procedano parallelamente anche sui costi della politica. «Il governo intende prendere il toro per le corna» assicura Della Vedova che si duole: «non sarà simpatico difendere queste misure in Parlamento». Però, spiega: da ora in poi l'Europa non «avrà più alibi per muovere la Bce» mentre ci saranno anche misure per la crescita e, scommette, il ripristino delle detrazioni fiscali per la famiglia. La delegazione del Pd esce da Palazzo Chigi in tarda serata. Il carico della manovra deve essere "attenuato" nei confronti delle fasce più deboli. Lo ha detto il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, al termine dell'incontro a palazzo Chigi con il premier, Mario Monti. "Nessuno più di noi conosce la gravità della situazione - ha premesso Bersani al termine di due ore e mezzo di colloquio con il premier - l'Italia si trova nel punto più esposto della crisi. Conosciamo l'esigenza di intervenire anche in maniera doplorosa - ha aggiunto - ma abbiamo portato le nostre proposte. In particolare sui grandi temi sociali". La richiesta del pd, ha spiegato Bersani, è quella di una maggiore "tutela maggiore dei pensionati e dei pensionandi e dei redditi più bassi". Il peso della manovra dunque, ha sottolineato, "va attenuato" nei confronti dei pensionati e delle fasce più deboli.