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Il dovere di salvare il risparmio

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Il premier Mario Monti

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Mancano 48 ore per svelare le carte della Manovra di SuperMario. Finora abbiamo riportato tutti una serie di indiscrezioni, ma da lunedì gli articoli di giornale saranno realtà e il professore illustrerà i suoi provvedimenti. Pensioni, fisco e lavoro sono i tre punti chiave dell'intervento del nuovo governo. A queste tre parole va aggiunta quella ricordata anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, equità.   I lettori de Il Tempo sanno come la penso: la nostra vita a debito deve finire, prima che sia troppo tardi e prima che la speculazione internazionale si mangi il risparmio degli italiani. I quali, a loro volta, devono realizzare un concetto semplice ma duro da digerire: il debito si dice pubblico non perché è di nessuno, ma perché è di tutti. E tutti dobbiamo contribuire - in base alle capacità di reddito - ad abbatterlo, a renderlo sostenibile e non a essere la pietra da appendere al collo dei nostri figli. Non ho intenzione di commentare ora misure che non esistono, ma spero che Monti presenti una manovra che parla con la lingua della verità, della durezza necessaria quando c'è in gioco il destino di una Nazione.   Il professore non indori la pillola, non sia diplomatico, non caschi nel grande gioco del politichese, non dia retta alla stanca liturgia dei partiti che pensano ai voti ma se ne infischiano delle tasche degli italiani. Monti incontrerà un mare di ostacoli, subirà attacchi pesanti, conoscerà il doppio gioco e il tradimento che fanno parte del Palazzo, rischierà perfino di cadere di fronte a tutto questo, ma non ceda di un millimetro perché non è stato chiamato a Palazzo Chigi per fare calcoli politici. Quando Berlusconi ha fatto un passo indietro e dimostrato di essere migliore dei suoi avversari Monti si è assunto il compito di traghettare il Paese verso acque più tranquille. È questa la sua missione, tutto il resto non conta assolutamente nulla. Dalla sua parte il presidente del Consiglio ha gli italiani onesti e la forza dei numeri: 1990 miliardi di debito e una crescita di uno zero virgola bastano e avanzano per dipingere un Paese che ha una sola possibilità: risanare i propri conti e rilanciare il prodotto interno lordo. Non voglio dedicare per il momento neppure una riga ai palpitanti che già mettono le mani avanti e dicono che non voteranno né questo né quello, hanno già fallito una volta non riuscendo gli uni a governare gli altri a essere alternativa, spero soltanto che si astengano dal condurci verso lo sfascio anche perché con loro abbiamo toccato il fondo e come italiano non vorrei che fosse giunta l'ora di cominciare a scavare. Monti vada avanti e non si volti mai indietro. Rimarrebbe pietrificato.  

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