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Crisi, Napolitano: l'Italia ce la farà

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Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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È stato accolto calorosamente alla sua presentazione il libro del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Una e indivisibile. Riflessioni sui 150 anni della nostra Italia», oggi all'Università La Sapienza di Roma. Presenti stamattina i ministri alla Cooperazione e alla Giustizia, Andrea Riccardi e Paola Severino, il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, la governatrice del Lazio Renata Polverini, Giuliano Amato e Paolo Mieli, presidente di Rcs libri (editore del volume). Ad aprire l'evento è stato il rettore della Sapienza Luigi Frati che nel suo intervento ha tenuto a ricordare i preoccupanti dati diffusi a novembre da Bankitalia sulla disoccupazione giovanile, auspicando riforme urgenti in tema di lavoro e ricordando che all'università La Sapienza «tra mille problemi non abbiamo scelto la strada facile contro dell'aumento delle tasse». Bisogna lavorare, ha concluso il rettore citando Luigi Sturzo, «soprattutto per l'avvenire dei giovani». Il libro è nato a Quarto - ha raccontato Mieli - dove sono iniziate le celebrazione per i 150 anni dell'Unità d'Italia. 'idea è nata perchè il discorso del Presidente non era solo celebrativo ed esaltante ma perchè conteneva un analisi storica come tutti quelli fatti successivamente che continuarono su questa linea». "Crisi, l'Italia ce la farà" Alla fine di tutti gli interventi, a cui hanno partecipato oltre che Frati e Mieli anche Giuliano Amato, Giuseppe Galasso, Andrea Riccardi e Giovanni Sabbatucci, è stato proiettato il video «Una storia italiana. Centocinquant'anni di Unità» che ne ripercorre i momenti storici più significativi con le testimonianze, tra gli altri, di Dacia Maraini, Enrico Vaime, Giancarlo De Cataldo e Stefano Rulli. Poi il capo dello Stato ha risposto alle domande degli studenti. «Dobbiamo produrre un nuovo grande sforzo collettivo, sul piano morale, sociale e politico, per superare una crisi che è grave, ma che dobbiamo assolutamente vincere», ha spiegato il capo dello Stato, che a chi gli chiedeva se gli italiani amino ancora il proprio Paese, ha risposto: «Non ho alcun dubbio. Tutti amano l'Italia, ciascuno a modo suo, ma penso che pochi scambierebbero l'Italia con un'altra patria».

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