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Berlusconi riappare. La Lega scompare

Silvio Berlusconi

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Berlusconi è tornato. Non che fosse mai uscito dal palcoscenico della politica ma ieri è riapparso in pubblico come non faceva da tempo: aggressivo, pronto a partire per la campagna elettorale, «feroce» contro la sinistra e critico contro alcune decisioni che vorrebbe prendere il nuovo premier Mario Monti. E per capire quanto il Cavaliere, dopo un paio di settimane passate in silenzio a studiare la situazione e ad ascoltare i consigli di Gianni Letta, abbia voglia di tornare a farsi sentire basta guardare le parole usate: il centrodestra è necessario «per combattere per la libertà», la sinistra torna ad essere quella dei «comunisti», l'impegno personale «sarà raddoppiato». Parole che fanno anche capire come Berlusconi non abbia mai abbandonato l'idea di arrivare in tempi brevi a nuove elezioni, e come consideri ormai aperta la campagna elettorale. Contro un centrosinistra con il quale sembra già finita la tregua. Se sabato era stato infatti Pier Luigi Bersani a scaricare parole rabbiose contro il Pdl – «hanno perso tempo per tre anni, ora hanno fretta» - ieri ci ha pensato Berlusconi a rispolverare la linea della lotta. Allo stesso tempo, però, tendendo la mano al Carroccio: «L'alleanza con la Lega è solida e non può essere assolutamente essere resa più debole con questi ultimi accadimenti e con il governo dei tecnici: i motivi dello stare insieme sono importanti e direi decisivi per il futuro del Paese». Il Cavaliere, dopo i dubbi che ancora non aveva sciolto sabato sera, ha deciso di andare a Verona invitato da Carlo Giovanardi a parlare al convegno dei Popolari Liberali. È arrivato insieme al segretario del Pdl Angelino Alfano, si è «goduto» gli applausi e i cori «Silvio Silvio», si è fatto appuntare sulla giacca una spilletta con scritto «Love, no droga», e poco dopo mezzogiorno è salito sul palco per il suo intervento. Breve, una ventina di minuti, ma denso di argomenti. E di attacchi. Il primo proprio al governo in carica. Monti ha ripetuto più volte che uno degli obiettivi che ha in mente è quello di abbassare l'uso del contante introducendo l'obbligo del pagamento elettronico sopra la soglia dei 300 euro. Idea che per il Cavaliere è assolutamente da respingere: «In una norma del genere c'è insito il pericolo reale di uno stato di polizia tributaria. È il contrario dello stato di diritto nel quale vogliamo continuare a vivere». Quello stato di diritto che la sinistra non sembra aver ancora imparato ad apprezzare. «Siamo convinti che i nostri valori sono quelli che fanno bene all'Italia – ha attaccato – dall'altra parte non c'è una maturazione democratica che abbia portato il Pd, figlio o nipote del Pci, a diventare un partito socialdemocratico». «Siamo convinti delle differenze tra noi e loro – ha proseguito – io sarei l'uomo più felice del mondo se potessi constatare che dall'altra parte ci sia una maturazione in direzione della libertà e del rapporto tra il cittadino e lo Stato. Loro vogliono ancora che siano i cittadini al servizio dello Stato mentre per noi è il contrario. Sono gli stessi di quando Bersani era il presidente della Regione Emilia Romagna e ribadiva i valori dell'Unione sovietica». «Siamo scesi in campo nel '94 – ha poi ricordato – lasciando anche i mestieri che ci appassionavano perché non volevamo che il Paese cadesse nelle mani dei comunisti. Purtroppo si cerca di far passare nel dimenticatoio questa tragedia ma noi ce la ricordiamo perché è stata la tragedia, quella del comunismo, più disumana e criminale per la storia dell'uomo». Così Berlusconi si prepara alla campagna elettorale. «Non lo so se sarà lunga – spiega – ma dobbiamo essere pronti. Io lavorerò dietro le quinte». Ma il suo entusiasmo, assicura, sarà ancora maggiore: «Raddoppierò l'impegno per l'organizzazione della nostra forza politica. Stiamo già lavorando per disporci capillarmente in tutta Italia, per creare dei team elettorali in tutte le sezioni, per arrivare dappertutto attraverso Internet, per scrivere il programma, frutto del nostro lavoro». In questa nuova organizzazione del Pdl non poteva mancare l'incoraggiamento ad Angelino Alfano, seduto accanto a lui ma «oscurato» dalla presenza «straripante» del Cav. «Grazie Angelino – lo conforta – sono davvero felice ogni volta che ti ascolto, ogni giorno, perché per me è una certezza: per la vittoria che dobbiamo conseguire siamo in ottime mani».

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