Zingaretti: pronto a sfidare Alemanno
È in campo da due giorni e ha scatenato un terremoto. Eppure Nicola Zingaretti ha semplicemente ribadito che parteciperà alle primarie per scegliere lo sfidante del sindaco Alemanno (o chi per lui). Non conta: a destra c'è qualcuno (Iadicicco del Pdl provinciale) che addirittura lo descrive come un guru della «peggiore cultura nichilista e relativista» (roba da guerra teologica). Invece Zingaretti preferisce la politica dei piccoli passi. Le primarie ci saranno nell'autunno del 2012: «Ribadisco con grande serenità che a quell'appuntamento intendo impegnarmi in prima persona, ma per la candidatura ufficiale ci daremo appuntamento tra qualche mese» ha precisato. «In quell'occasione - ha aggiunto il presidente della Provincia di Roma - verranno ufficializzate le candidature ma io ho creduto e credo sia giusto essere chiari e trasparenti da subito nel rapporto con l'elettorato e i cittadini. D'altronde già sono ogni giorno impegnato su Roma e la sua area metropolitana e ringrazio per gli attestati di stima ricevuti in queste ore, forse anche un po' prematuri e generosi. Continuiamo a lavorare». Niente di straordinario, insomma. Forse le parole di Zingaretti servono per mettere fine a indiscrezioni e pettegolezzi. Hanno detto che sarebbe pronto a fare il premier, il ministro, il sindaco di Roma (ma anche di altre città, perché no?). Ci manca solo Zingaretti amministratore di condominio. Il suo, o anche quello di altri. C'è anche chi ha sostenuto pervicacemente che Zingaretti si sarebbe ritirato dalla politica. Ora il diretto interessato fuga ogni dubbio. Alle primarie del 2012 ci sarà. E qui cominciano i problemi. Se è evidente, infatti, che la candidatura di Zingaretti al Campidoglio è naturale, nel Pd le acque sono agitate. Il presidente del Pd Roma Eugenio Patanè parla (sulla fiducia) di un ritorno della Capitale a «motore di crescita per il Paese», il capogruppo capitolino Umberto Marroni ricorda di essere già da mesi al lavoro per costruire l'alternativa. Ma il senatore popolare Lucio D'Ubaldo non ci sta: «Zingaretti si candida? Desiderio legittimo, ma inconciliabile con il quadro politico che va delineandosi dopo l'uscita di scena di Berlusconi. In realtà, attraverso le primarie, il presidente della Provincia vuole riproporre un'alleanza radical-populista (Pd-Idv-Sel). Il futuro è altrove. A mio giudizio è meglio che i Democratici individuino una soluzione "alla Monti" anche per il Campidoglio». Invece l'esponente dell'Idv Stefano Pedica si fa avanti: «Sono certo - dice - che diventeremo un ottimo tandem se passasse la linea di eleggere lui come sindaco e il sottoscritto come vice». Ci pensa il segretario del Lazio del partito di Di Pietro, Vincenzo Maruccio, a riflettere. Promuove Zingaretti e precisa:«Riteniamo prioritario fissare i punti principali del programma di governo». Mentre il senatore dell'Api Riccardo Milana sgombra il campo da ipotetiche alleanze tra centrosinistra e terzo polo, che piacerebbero a un vecchio volpone come Michele Meta, deputato del Pd. «Ci presenteremo con un nostro candidato - spiega Milana - e in ogni caso un'alleanza con la sinistra estrema non ci interessa». Le indiscrezioni dicono che il terzo polo stia pensando di candidare uno tra Luigi Abete e Giovanni Malagò. Ma la strada è ancora lunga. In fondo il centrodestra la prende bene. Il sindaco Alemanno commenta laconico: «Auguri». Mentre la governatrice Polverini spiega: «Manca praticamente un anno e mezzo ed è evidente che un partito come il Pd, che passa attraverso le primarie, si stia organizzando. Si tratta di una candidatura attesa e annunciata e non c'è alcun elemento di novità rispetto al dibattito che si è aperto ormai da diverso tempo su chi sarà lo sfidante del candidato di centrodestra». Per Francesco Giro (Pdl) la candidatura di Zingaretti è «un fatto politico rilevante» mentre Donato Robilotta, sempre Pdl, invita a «non sottovalutare» l'esponente Pd. Altro che nichilismo.