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Sarkozy "divorzia" dalla Merkel

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Merkel (S) e Sarkozy

Monti all'Ecofin: agire con rapidità

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Il cancelliere tedesco Angela Merkel ci «sta facendo correre verso la catastrofe»: non ha usato mezzi termini il presidente francese Nicolas Sarkozy, che al termine della trilaterale di giovedì scorso a Strasburgo con la stessa Merkel e con il presidente del Consiglio Mario Monti, si è sfogato con alcuni fedelissimi sull'atteggiamento inflessibile della leader di Berlino. «Merkel ci crea un gran casino in Europa. Diventa complicato... Ci sta facendo correre verso la catastrofe», ha tuonato - rigorosamente off the records - il presidente francese, secondo quanto si legge oggi sul settimanale satirico Le Canard Enchainè, sempre molto ben informato sui retroscena dell'Eliseo. Tre giorni dopo, domenica 27, Sarkozy si è tuttavia mostrato più fiducioso, dicendo ai suoi consiglieri di avere la «speranza» di riuscire a convincere la Merkel ad attribuire un maggior peso alla Bce per salvare l'eurozona, in cambio di un rispetto assoluto del rigore di bilancio nei singoli Stati membri. Uno sforzo vano, visto che in un'ennesimo colloquio telefonico, ieri pomeriggio, i leader di Francia e Germania non hanno raggiunto neanche l'ombra di un'intesa, rimanendo arroccati sulle loro rispettive posizioni. «La carretta è dura da trainare», si è lamentato ieri Sarkozy, dicendo che praticamente ogni giorno aveva discussioni telefoniche con la Merkel, secondo quanto si legge sul Canard Enchainè. «Merkozy, c'est fini» titola il sito del settimanale L'Express riferendosi ai punti di vista contrapposti dei due leader. «Parigi e Berlino, l'impossibile intesa», gli fa eco il quotidiano Le Monde. I tedeschi insistono essenzialmente sull'ortodossia finanziaria, pretendendo una 'super-Maastricht'. Mentre i francesi vogliono come contropartita un meccanismo di soldiarietà finanziaria, che si tratti di interventi della Bce, della creazione di eurobond, o del rafforzamento del Fondo europeo di stabilità finanziaria (Fesf). In particolare sulla Bce, è stato deciso che la coppia franco-tedesca non si esprima sulla questione. Ma dietro alle quinte Parigi spera negli interventi del presidente, Mario Draghi, per acquistare in modo massiccio i titoli di Stato dei Paesi in crisi, mentre Berlino accetta a stento interventi temporanei. Francia e Germania hanno anche approcci diversi sugli eurobond, che Berlino respinge con forza. Sulla riforma delle istituzioni Ue, Parigi si dice pronta ad accettare controlli rafforzati da parte della Commissione Ue o un super-commissario incaricato dell'euro, ma non vuole che la Corte di giustizia europea possa giudicare atti che sono di competenza nazionale, come i bilanci statali. Domani, alle 18:30, Sarkozy terrà un grande discorso sulla crisi e sull'Europa a Tolone. Venerdì sarà il turno della Merkel, che si esprimerà dal Bundestag sulle stesse tematiche. Viste le attuali difficoltà del tandem franco-tedesco a parlare con una voce sola, è probabile che dai due discorsi emergerà la distanza che separa Parigi e Berlino. «Ci sarà un contributo francese e un contributo tedesco, poi ci sarà una posizione comune al summit dell'8 e 9 dicembre. Non prima», ha riconosciuto oggi da Bruxelles, il ministro francese delle Finanze, Francois Baroin, lasciando intendere che l'accordo franco-tedesco non è ancora a portata di mano.  

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