Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

La Lega alza il tiro. Il Pdl la corteggia

Esplora:
Roberto Calderoli

  • a
  • a
  • a

A briglia sciolte. Il Carroccio, libero da ogni vincolo di alleanze e fedele solo ai propri elettori, non perde occasione per alzare la voce. E così ogni giorno, deputati e senatori, presidenti di Regione e sindaci sfogano la propria rabbia contro il bersaglio che, per chi sta all'opposizione, dà più soddisfazione: il governo. Così, mentre ieri la Padania, il quotidiano del Nord, usava le parole di Bossi per titolare la prima pagina, Il governo non arriverà al 2013, ieri ad accanirsi contro l'esecutivo si è cimentato l'ex ministro della Semplificazione Roberto Calderoli che ha attaccato il premier per aver tenuto un vertice segreto con i segretari o capi di partito Alfano, Bersani e Casini: «I media danno per certo che ci sia stata una riunione e che fosse finalizzata alla spartizione dei sottosegretari e dei viceministri secondo il metodo del manuale Cencelli. Così facendo questo governo assume una connotazione squisitamente politica. Se così fosse, Monti presentando il proprio esecutivo come "tecnico" avrebbe mentito al Parlamento e al Paese e chi mente, evidentemente, non può fare il presidente del Consiglio. Proprio un bel governo-truffa...». Stessa onda cavalcata anche dal presidente del Piemonte, Roberto Cota, che invece definisce il governo come «l'esecutivo dei misteri» perché «non si sa da chi è stato eletto e non dice che cosa vuole fare nei prossimi giorni». Ma è il deputato Alberto Torazzi, riferendosi al colloquio avvenuto tra il ministro di Ankara Davutoglu e il ministro degli Esteri italiano Terzi, ad andarci pesante paragonando il governo Monti a quello del Quisling: «Dopo il voto agli immigrati ora si parla di Turchia in Europa. Il governo Monti continua a fare tutto tranne quello che serve e interessa ai cittadini. Assomiglia sempre di più al governo del Quisling, ovvero quello voluto da Hitler nel 1940, dove vi era il Signor Quisling designato a capo del governo-fantoccio norvegese». Poi, logicamente, c'è il presidente del Consiglio della Lombardia Davide Boni che torna a rispolverare un po' di spirito secessionista («Nessuno capisce che se non passano le riforme federaliste, c'è una spinta verso la secessione») e antimeridionalista riferendosi all'ingaggio del cantautore Roberto Vecchioni per il Forum delle Culture di Napoli: «È incredibile che è milanese, vada a dire sui giornali che si sente a disagio perché 2 lombardi su 3 votano Lega: se preferisce Napoli, ci rimanga. Gli hanno offerto 200mila euro in un periodo come questo». Ma il tema che più preoccupa l'intero centrodestra è il futuro dell'alleanza tra Pdl e Lega. E così, mentre il capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, detta la linea su Ici e Patrimoniale («Non si facciano, si colpiscano, invece, gli sprechi come le false pensioni di invalidità»), i berluscones discutono. Da una parte l'ex ministro Mariastella Gelmini si augura «che l'alleanza con la Lega possa continuare perché è stata un'alleanza programmatica e elettorale», mentre Maurizio Lupi e Osvaldo Napoli sono più realisti. Per il vicepresidente della Camera, Pdl e Lega sono due partiti diversi: «L'analisi è comune ma poi abbiamo preso strade diverse, non a caso noi siamo il Popolo delle Libertà». Mentre per il vicecapogruppo l'inquietudine di Bossi è «comprensibile»: «la scelta dell'opposizione al governo Monti ha privato la Lega della golden share sul governo». Una piccola soddisfazione per quanti, nel Pdl, non sopportavano l'ascendente del Senatùr su Berlusconi.

Dai blog