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Scoppia la lotta tra gli indagati

Il presidente di Finmeccanica Pierfrancesco Guarguaglini

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La battaglia tra indagati è ormai iniziata. Da una parte l'ex amministratore delegato di Enav Guido Pugliesi, che si trova ai domiciliari, dall'altra l'impreditore Tommaso Di Lernia. Gli inquirenti, infatti, stanno mettendo a confronto le dichiarazioni rilasciate dagli indagati nel corso degli interrogatori. Sul tavolo dei magistrati della procura di Roma sono arrivate prima le parole dell'imprenditore, poi, due giorni fa, quelle dell'ex amministratore delegato di Enav. E proprio in seguito alle dichiarazioni rilasciate da Pugliesi al gip romano Anna Maria Fattori durante l'interrogatorio di garanzia, Di Lernia, attraverso il suo difensore, ha deciso di scedere in campo di nuovo e respingere le affermazioni di uno degli indagati «eccelleti» dell'inchiesta sui presunti appalti «pilotati» Enav. «Non vogliamo certo contestare il diritto di Pugliesi a difendersi come meglio crede dalle accuse formulate con l'ordinanza applicativa degli arresti domiciliari, però non possiamo consentire che per tentare di minare la credibilità di Tommaso Di Lernia possa addurre che le dichiarazioni di quest'ultimo siano animate da un ipotetico risentimento derivante da "iniziative aziendali contrarie agli interessi di chi lo accusa"», hanno detto gli avvocati Mario Murano e Natale Perri. E ancora: «Precisiamo che le iniziative Enav contro Print System, società in passato riconducibile a Di Lernia, risalgono alla metà dello scorso mese di ottobre, mentre il comportamento processuale di Di Lernia è divenuto di pubblica notorietà già dal precedente mese di luglio». I difensori di Di Lernia hanno puntato il dito soprattutto sulle dichiarazioni di Pugliesi quando ha affermato al pm che «le accuse contro di lui sono la conseguenza delle sue iniziative aziendali contrarie agli interessi economici di chi lo ha accusato». Cioè l'imprenditore Di Lernia. La maxi inchiesta Enav, che sta coinvolgendo anche Finmeccanica, sta minando anche la solidità del presidente Pierfrancesco Guarguaglini, che ha affermato: «Lascio solo se me lo chiede il premier». L'inchiesta sulle presunte mazzette distribuite ai politici in cambio di appalti dalla holding di Stato ha portato a convocare un consiglio di amministrazione d'emergenza per Finmceccanica per il primo dicembre, giorno in cui verosimilmente ci sarà la svolta: allordine del giorno c'è la revisione delle deleghe del presidente, indagato dalla procura di Roma. «Non ho mai creato fondi neri né li ho mai autorizzati né ho mai chiesto ai dipendenti di crearli» ha dichiarato Guarguaglini. «È possibile che qualcuno abbia fatto a mia insaputa, chiaramente la cosa va dimostrata e se i giudici lo dimostreranno l'azienda interverrà duramente». Guarguaglini è indagato per false fatturazioni e frode fiscale. Le fatture emesse per operazioni inesistenti sarebbero state gestite attraverso la Selex Sistemi Integrati, la controllata di Finmeccanica alla cui guida c'è la moglie di Guarguaglini, Marina Grossi, indagata per gli stessi reati e in più per corruzione. Ad accusarli, fra l'altro, le dichiarazioni del consulente Lorenzo Borgogni. Il 14 novembre scorso, Finmeccanica, gioiello di punta delle aziende del Tesoro, ha varato i conti con una perdita netta rettificata di 767 milioni. Il titolo ha perso circa il 65% del valore da inizio anno. Ma Guarguaglini fino al 2010 è stato il dirigente più pagato d'Europa nel settore (4,3 milioni di euro lordi lo scorso anno, 5,5 nel 2008). A decidere del futuro sarà il Tesoro, ma per ora non commenta né palazzo Chigi né il ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera. I nomi in lizza per la successione ai vertici sarebbero Franco Bernabé (presidente di Telecom), e quelli del «ticket» formato da Mauro Moretti (a capo di Ferrovie, potrebbe diventare ad) e Gianni De Gennaro (ex capo della polizia, oggi direttore generale Dipartimento informazioni per la sicurezza, per la presidenza). Au. Par.

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