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Monti rallenta, i mercati lo superano

Da sinistra Olli Rehn e Mario Monti

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«L'Italia è tornata in Europa». Sono stati, due giorni fa, Angela Merkel e Nicolas Sarkozy a riaprirci le porte di Strasburgo, e adesso è il commissario europeo agli affari Economici, Olli Rehn a darci addirittura il «bentornati». Peccato però che i mercati facciano finta di nulla. Agli investitori, rassicuranti vertici a tre e prolungate strette di mano a beneficio dei fotografi non bastano. Vogliono fatti. E dovranno aspettare ancora. Il lavoro di Mario Monti e dei suoi «tecnici» richiede tempo. Il pacchetto anti-crisi, previsto in un primo momento per inizio dicembre, ce lo ritroveremo con buona probabilità sotto l'albero di Natale. Non ci sono solo i mercati da convincere. Il professore lo sa. A decidere il destino di quelle riforme che la cancelliera tedesca ha definito «impressionanti» e il premier francese ha accolto con un sorriso, sarà infatti il Parlamento. E il presidente del Consiglio non vuole che le misure adottate dal suo governo vengano «bastonate» in Aula. Ecco perché occorre ancora «studiare» per confezionare un «pacchetto organico» che riesca a mettere tutti d'accordo, parti sociali comprese. Sorrisi e strette di mano a parte, però, la situazione economica europea non migliora. «Se crolla Roma, crolla l'euro» hanno ammesso Merkel e Sarkozy. L'Italia è un paese «vulnerabile», che «sta irrobustendo le proprie politiche», ma l'unica strada da percorrere per restituire fiducia ai mercati è quello di «garantire la crescita e fare riforme strutturali per incentivarla», ha insistito Olli Rehn, invitando di nuovo il nostro paese ad attuare nel più breve tempo possibile i provvedimenti anti-crisi anticipati a Bruxelles. Il commissario europeo agli affari Economici, inizia la sua giornata italiana a Montecitorio ed esordisce con una battuta: «Mi piace pensare che sia Don Camillo che Peppone avrebbero appoggiato il governo Monti», scherza. La stoccata arriva, però, subito dopo: «Lo stallo nell'economia renderà ancor più complesso il miglioramento delle finanze pubbliche e questo scenario contiene rischi che potrebbero aggravarsi», spiega. Il contagio si sta diffondendo «dai paesi periferici ai paesi core». È fondamentale, ribadisce, «convincere gli investitori che stiamo prendendo le misure necessarie per far fronte alla crisi». L'analisi del commissario Ue è improntata a un estremo realismo. E se da una parte chiarisce che non vede rischi di implosione del sistema («non credo a un crollo dell'Euro»), dall'altra punta la sua attenzione sulla necessità di intervenire a sostegno della crescita. Quanto all'Italia, continua Rehn, «ha di fronte sfide formidabili che in gran parte derivano da debolezze antiche. Con il vostro sostegno - aggiunge rivolgendosi ai deputati - il nuovo governo deve produrre risultati sul consolidamento di bilancio e adottare ambiziose misure per rilanciare la crescita garantendo al tempo stesso l'equità sociale». La risposta del premier italiano arriva nel comunicato finale del Consiglio dei ministri che si svolge in mattinata: il governo - dice Monti - si «impegna ad attuare il consolidamento in tempi rapidi con misure di impulso alla crescita». L'esecutivo «riconferma» l'impegno a raggiungere gli obiettivi stabiliti in sede europea, in particolare il pareggio di bilancio nel 2013, identificando con chiarezza un programma di riforme strutturali «equo ma incisivo, da perseguire con il consenso delle parti sociali». Evitare i «passi falsi», che possano turbare i mercati e rompere gli equilibri politici, già delicati, su cui si fonda il governo, sembra essere lo stile dell'esecutivo, pur consapevole della necessità di «tempi rapidi». «Presenteremo le misure quando siamo sicuri, non si possono fare annunci e poi tornare indietro», spiega il ministro dell'Ambiente Claudio Clini. Il Cdm serve allora più per stabilire il percorso che potrà garantire la velocità dell'iter dell'intervento. Anche se la presenza del Ragioniere Generale, Mario Canzio, lascia immaginare anche che i primi «conti» inizino a circolare.

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