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Mcl pronto a riunire il voto cattolico

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La «Cosa Bianca» vagheggiata nel dietro le quinte di Todi muoverà i primi passi sulle ceneri del «disastrato bipartitismo bipolare», destinato «ad una scomposizione» che, nei piani e negli auspici dell'Mcl, passa anche e soprattutto per lo scioglimento dell'Udc. Non è solo, ma anche, una questione di nomi: «Futuro e Libertà non avrà vita lunga, e per sopravvivere Casini dovrà finalmente uscire dalla tattica e passare al progetto, decidersi a creare un vero partito democratico e partecipato liberandosi della zavorra di alcuni dei suoi alleati». Il riferimento, evidente, è a Gianfranco Fini. E ancora: «Casini abbia il coraggio di sciogliere l'Udc e prendere il largo aprendosi al nuovo con i rischi che ciò comporta, altrimenti anche lui sarà considerato superato». Tanto abbottonato sulla «Cosa Bianca» quanto disinvolto nel disegnare la prima bozza dello scacchiere delle alleanze: Carlo Costalli, presidente nazionale del Movimento Cristiano Lavoratori, intervenendo al Consiglio nazionale di Mcl che si è aperto ieri pomeriggio all'Hotel Ergife di Roma, ha abbandonato la linea attendista di Todi anticipando la «volata» al 2013: «Quando – ammette – con le elezioni a scadenza naturale saremo in grado di dare una risposta ad un bacino elettorale, dell'Udc e del centrodestra, deluso dal precedente governo». È un fiume in piena Costalli: anticipa sondaggi («l'astensione tra le fila dell'Udc è data al 48%»), prefigura sodalizi («interloquiamo con tutti, dai cattolici del Pdl a quelli del Pd passando per la Lega»), si spinge fino a garantire un bacino elettorale («i delusi di Udc e centrodestra»). «Ci manca solo un segretario», ironizza dimostrandosi comunque possibilista rispetto ad un futuro impegno degli attuali Ministri espressione del mondo cattolico. Un'accelerazione di Mcl, che – puntualizza Costalli – a Roma non ha parlato a nome del forum delle associazioni che, lo scorso 17 ottobre, si sono date convegno a Todi con la benedizione del presidente della Cei Bagnasco, e cioè Cisl, Acli, Compagnia delle Opere, Coldiretti, Confartigianato, Confcooperative e Movimento cristiano lavoratori appunto. Tempi, alleati e facce di questo «blocco sociale riformista» restano da definire nei dettagli. Su alcuni punti, però, Costalli si sbilancia: «Stiamo lavorando al dopo-Monti, fino al 2013 auspichiamo gesti di responsabilità nazionale per evitare ribaltoni o elezioni anticipate. Il modello cui facciamo da sempre riferimento è quello del Ppe, riprodotto in Spagna con Popolari e Socialdemocratici. Una cosa è certa: "pescheremo" nel Pdl, nel Pd e, perché no, nella Lega, a Verona molti dei nostri votano Tosi, ma la ricomposizione non si farà con una riverniciatura di Casini o Alfano». Mentre il leader «potrebbe essere anche espressione della società civile, comunque un nome nuovo». Infine, «ultimatum» per Casini: «Per un'alleanza poniamo due condizioni: aprire l'azionariato del partito e lasciare Fini». Strada quest'ultima cui, stando agli umori di Mcl, Casini avrebbe pensato.

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