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Alfano: «Vedrò Monti ma da solo. Discuteremo il programma»

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Unagiornata «piena» per il segretario del Pdl Angelino Alfano che nei due appuntamenti sottolinea comunque lo stesso concetto: sostegno al governo Monti ma senza dimenticare che il Pdl si prepara alla sfida con il centrosinistra per le prossime elezioni. «Dobbiamo metterci d'accordo su un punto – dice a Che Tempo che Fa – che noi tifiamo Italia e anche gli altri tifano Italia. Abbiamo un chiodo fisso in mente: quello che gli italiani devono stare meglio di come stanno, e non fare passi indietro». Con il nuovo premier si vedrà presto, spiega, ma in un incontro da solo, senza altri esponenti politici. «Monti mi ha chiamato ieri sera – racconta – e con garbo e cortesia mi ha detto: "Abbiamo tirato giù le linee guida del programma economico del governo, ma prima di presentarlo in Consiglio dei ministri gradirei parlare separatamente con te, Casini, Bersani e coloro i quali sostengono il governo per concordare i punti di intesa e di dissenso". È il metodo corretto che Monti sta adottando rispetto a forze politiche che tra loro non sono insieme, ma che separatamente convergono». Mettersi d'accordo, però, non sarà facile, visto che il Pdl è contrario ad alcune proposte del premier. «Noi abbiamo tolto l'Ici – ha ricordato – e gli italiani ci sono stati grati. Dopo che l'abbiamo tolta abbiamo vinto varie campagne elettorali, ma non credo che Monti intenda scrivere un decreto dove dice: "è abrogata l'abrogazione dell'Ici", e così rinasce come prima. Non credo abbia questo in mente». Anche sulla patrimoniale, Alfano non pensa che sia «all'ordine del giorno del governo come da alcuni immaginata, cioè una tassa puramente punitiva». «Non escludo però - ha sottolineato - un intervento sui patrimoni». Ma nell'intervento alla trasmissione di Raitre c'è spazio anche per l'attacco alla sinistra. Berlusconi – ha spiegato Alfano – si è dimesso ma lo spread continua a salire, nonostante quello che dicevano tanti esponenti dell'opposizione. Per questo il segretario del Pdl torna a dire che dovrebbero chiedere scusa e li paragona all'eroe di Happy Days, Fonzie, che non riusciva ad ammettere i propri sbagli. «Fonzie - ha commentato - era incapace di chiedere scusa, nella sinistra vedo troppi con la sindrome di Fonzie, incapaci di dire che hanno sbagliato». Poi ha ribadito che Berlusconi non si è dimesso perché ricattato per le sue aziende, come aveva invece detto il leader della Lega. «Bossi ha detto una cosa che Berlusconi ha smentito, e non mi pare – ha concluso – che la Borsa si sia impennata dopo». E alla fine è arrivato anche un appello all'unità con il Carroccio: «Noi governiamo con la Lega in Lombardia, Veneto e Piemonte, in venti Province e tanti Comuni. Abbiamo solo operato scelte diverse riguardo al governo Monti». E alla domanda se guarda più a Bossi o a Casini, Alfano ha risposto scherzando: «Capisco che apparirei strabico, se dico che guardo a entrambi».

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