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Servono decreti e non minuetti

Il presidente del Consiglio, Mario Monti

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C'è una sola domanda che un cittadino europeo oggi dovrebbe porsi: «Ma val la pena salvare l'euro?». Non vi sembri una questione retorica, un quesito dalla risposta scontata, ragionateci sopra. Gli inglesi sono nell'euro? Gli svedesi sono nell'euro? I turchi sono nell'euro? La risposta è no e nessuno di questi tre Paesi se la passa peggio di quelli che hanno aderito al grande gioco di eurolandia. Naturalmente gli inglesi pur continuando a stampare sterline danno lezioni a tutti. Prima Berlusconi era «il Cavaliere nero» e dunque l'Italia un sistema feudatario, poi è arrivato Monti e dopo dieci giorni quelli del the alle cinque hanno deciso che pure il loden del Prof è sdrucito. In realtà i meccanismi di entrata nell'euro erano sbagliati. E addirittura non sono previsti meccanismi di uscita. Ne esci se fallisci. Ma prima di fallire paghi tutto e con gli interessi. È un sistema che sembra letteralmente quello dell'impiccato che si prepara la corda da sé. E nel Parlamento italiano che succede? Finita la transumanza da un gruppo all'altro i partitanti sono impegnati a ricollocarsi nella nuova èra. Qualcuno vuol piazzare l'amico sottosegretario, altri cercano di capire quale sarà il cavallo vincente. Previsione impossibile da fare per il semplice motivo che siamo in uno Stato d'eccezione per cui come dice papa Benedetto XVI «la crisi prima che economica e sociale è nella mancanza di significato e di valori». Nell'enciclica «Caritas in veritate» la crisi di questo capitalismo era disegnata già perfettamente. La prevalenza della finanza sul lavoro, della delocalizzazione senza regole. Trascorsi alcuni anni siamo al punto di partenza. Il caso italiano è speciale, non ci sono dubbi: pur avendo enormi risorse abbiamo perso tempo. Il Cav ci ha provato e ha fallito l'obiettivo. Lo stesso centrosinistra prodiano ha fatto crac. È così che siamo arrivati a Monti. Al quale continuiamo a dare un consiglio: lasci perdere la ricerca della concertazione a tutti i costi. È salito a Palazzo Chigi in un momento eccezionale, i cittadini si aspettano decreti non minuetti. Li faccia. Il massimo che può capitargli è quello di essere mandato a casa.  

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