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"Nessun vertice di maggioranza"

Il segretario del Pdl Alfano

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Angelino Alfano è al lavoro. Non sono in pochi a definire quella del segretario del Pdl una «mission impossible», ma lui non demorde. In questo momento di «tregua», l'ex Guardasigilli ha innanzitutto il compito di ricompattare il partito, attraversato ancora da tanti «maldipancia». Non tutti hanno gradito, infatti, l'endorsement al governo Monti. Ecco perché Angelino - pur assicurando il «sostegno responsabile» del partito ai tecnici - prende le distanze da ogni iniziativa che può esser letta come «ammucchiata». Lo fa parlando della nomina dei sottosegretari: «Non ci sarà nessuna riunione di maggioranza - spiega facendo riferimento al vertice tra Pdl, Pd, Idv, Terzo polo e il professore ipotizzato dalla stampa per la spartizione delle poltrone - perché non c'è una maggioranza politica. È un governo di tregua. Noi lo sosteniamo e lo sostengono anche altri partiti, ma serve esclusivamente per rispondere all'emergenza economica», taglia corto. Quanto ai sottosegretari - ribadisce - «saranno tutti tecnici». Il presidente Monti risolverà la questione nei prossimi giorni e il Pdl sosterrà le sue scelte, a maggior ragione «se farà una scelta riduttiva». Quanto al partito, la tabella di marcia è segnata. Ieri il segretario ha incontrato i segretari regionali. «Il nostro programma resta invariato nonostante il grandissimo numero di iscritti. Stiamo ultimando il regolamento e apriremo la stagione congressuale che si concluderà con quello nazionale a primavera. Useremo il periodo in cui c'è il governo di emergenza nazionale per lavorare alla costituente dei moderati perché l'obiettivo del Pdl resta quello di riunione i moderati italiani sotto le insegne del partito popolare europeo - ha spiegato loro - Da qui ai prossimi venti giorni si lavorerà in vista del congresso del Ppe a Marsiglia», in programma per i primi di dicembre. Lo stato maggiore del partito è al lavoro anche per mettere a punto alcuni regolamenti. Intanto le primarie: «Saranno ad ogni livello», risponde a chi gli chiede se oltre che per le elezioni amministrative ci saranno anche per la scelta del candidato premier. Poi i doppi incarichi: «Per quanto riguarda l'incompatibilità seguiremo semplicemente un criterio anatomico: una persona non può occupare due poltrone», spiega. E infine il nome del partito: cambierà? «Il congresso avrà con ogni probabilità questo traguardo», risponde. C'è poi il problema alleanze. Il Pdl teme la «fuga» della Lega. Le frizioni con Umberto Bossi sul sostegno al governo Monti preoccupano molto Berlusconi. Il Cavaliere, che con Alfano sta preparando il rilancio del partito e con la testa è già alla campagna elettorale, sa che senza il Carroccio non si va da nessuna parte, almeno secondo le previsioni degli ultimi sondaggi in suo possesso. Ecco allora la «mission impossible» del segretario che, riferiscono fonti pidielline, è quella di ricostruire, «in un clima politico meno avvelenato», un centrodestra che mantenga l'asse strategico con la Lega ma che recuperi anche l'alleanza con l'Udc. Alfano lo avrebbe spiegato anche ai coordinatori regionali. «Oggi abbiamo parlato dei congressi, la prossima volta faremo una riunione ad hoc sul caso Lega», avrebbe detto. Angelino, insomma, ha il suo bel da fare. Non bastasse tutto questo, in serata arriva anche la stoccata di Formigoni: quella di segretario del Pdl e quella di premier «saranno due figure diverse, solo Berlusconi ha potuto ricoprirle insieme».

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