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Monti prende tempo sui sottosegretari

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Doveva essere il gran giorno per vedere la squadra di governo definitivamente al completo e invece sembra proprio che il Consiglio dei ministri convocato per stamattina si concluderà con un nulla di fatto. Tutto rinviato a data da destinarsi fanno sapere da fonti di palazzo Chigi, anche se qualche parlamentare di centrosinistra ben informato indica come possibile data per completare l'iter lunedì prossimo. Resta però da capire come mai a distanza di più di una settimana da quando Monti e i ministri hanno giurato davanti a Napolitano ancora non si è riusciti a trovare la quadra sul rebus sottosegretari e viceministri? Pare, secondo alcuni resoconti, che il blocco arrivi per un paletto posto dallo stesso premier e da alcuni ministri come Corrado Passera: no a persone che hanno già ricoperto l'incarico di sottosegretario o vice-ministro in governi precedenti, con l'eccezione del ministero per i Rapporti con il Parlamento, dettata da evidenti motivi. Obiezione che complica in particolare una partita, quella del sottosegretario alle Comunicazioni che il Pdl rivendica. Monti, secondo quanto viene riferito, sta raccogliendo curricula da tutti i partiti che lo sostengono: lo schema che circola parla di 30-33 unità in tutto, tra vice-ministri e sottosegretari, scelti dal premier e dai ministri sui curricula indicati dai partiti secondo una ripartizione 40-40-20 tra Pdl, Pd e Terzo polo. In realtà, pare che Monti sia intenzionato a scendere sotto le 30 unità in totale, snellendo così la squadra di governo. Intanto anche i ministri mantengono il riserbo così come ha fatto ieri il responsabile dell'Integrazione Andrea Riccardi: «Ho fiducia in Monti e nella sua capacità di scegliere le persone più giuste a questo livello». E mentre da palazzo Chigi tutto tace, la politica si sfoga. Riccardo Nencini, segretario del Psi chiede a Monti che «per rendere più efficace l'azione del governo proceda ad una rapida nomina dei sottosegretari». E per farlo, il deputato del Misto Giuseppe Giulietti si augura che il premier «non ascolti troppo i partiti, i gruppi di interesse o i portatori insani di conflitto di interesse». Appello accolto da Antonio Di Pietro che puntualizza: «L'Idv è totalmente fuori dalla logica di spartizione e lottizzazione delle cariche politiche. È per questo che ci siamo rifiutati di partecipare a qualsiasi dialogo per proporre sottosegretari».

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