Misure anticrisi in Cdm il 5 dicembre
Il primo pacchetto di misure anti-crisi arriverà sul tavolo del Consiglio dei ministri lunedì 5 dicembre, al più tardi martedì 6. E' quanto si apprende da fonti del Tesoro. Il vertice interministeriale di oggi a via XX settembre con il presidente del Consiglio Mario Monti è servito a mettere a punto "un primo pacchetto di misure per seguire la strategia della crescita, della stabilità e dell'equità". All'incontro hanno partecipato oltre al premier i ministri Corrado Passera, Elsa Fornero, Pietro Giarda, Enzo Moavero Milanesi. Non si tratta, hanno tenuto a precisare le stesse fonti, della manovra. Né delle grandi riforme che saranno approvate in seguito. Nel rispetto però dei vincoli europei, il governo ha voluto preparare un primo insieme di misure fattibili in tempi brevi. Dentro il pacchetto vi sarebbero tutti "i grandi titoli" delle questioni cruciali che l'esecutivo intende affrontare: dalla riforma del fisco a quella del lavoro, dalla concorrenza alle liberalizzazioni, alle pensioni. Si tratta della "parte più urgente" delle misure, per "dare un segno della strategia", all'insegna della "rapidità", che il governo intende seguire. Le riforme strutturali arriveranno in una seconda fase. TAPPE FORZATE "Fare presto", è la prerogativa di Monti. Il primo pacchetto sul tavolo del cdm tra nove giorni potrebbe valere, come "correzione", intorno ai 13 miliardi di euro. Un insieme di iniziative, come ha ribadito nel corso del vertice interministeriale che dovrà avere come stella polare i principi della "crescita, della stabilità e dell'equità". Un programma arduo, come lui stesso ha ammesso nei giorni scorsi, ma assolutamente indispensabile. E mai messo in discussione, si ricorda a Palazzo Chigi, neanche sul fronte della tempistica: che la parola d'ordine dovesse essere "intervenire in fretta", non è mai stato messo in secondo piano. Né l'incontro ad alto livello con i ministri Corrado Passera, Elsa Fornero, Piero Giarda ed Enzo Moavero può essere inteso come una risposta ai partiti ed alla stampa internazionale che cominciano ad avere dei dubbi sulla reazione "rapida" del nuovo governo e sulle decisioni che starebbe per prendere. Niente di tutto questo ma, si ragiona in ambienti vicini al premier, la logica evoluzione di un piano che dovrà procedere sì a tappe forzate ma con una serie di parametri e paletti che inducono a più di una "riflessione", anche in considerazione dell'impatto che la possibile minore crescita potrà avere sui conti nel 2012. E, soprattutto, in considerazione della necessità assoluta di coniugare "crescità, stabilità, equità e rigore" in un insieme di provvedimenti che rappresenteranno quanto di meglio i "Monti boys" riusciranno ad attuare. VERTICE A BRUXELLES L'Ecofin di mercoledì prossimo, a Bruxelles, rappresenterà un altro importante banco di prova per l'Italia e la sua volontà di uscire dalla crisi. Ma anche un ulteriore momento di analisi per la messa a punto dei provvedimenti del governo. Il Professore, tornato in serata per la prima volta a Milano da quando è presidente del Consiglio, dovrà definire la squadra di viceministri e sottosegretari. Non se ne è parlato oggi al Tesoro. Ma anche in questo caso la linea è tracciata: si punterà solo su tecnici di grande spessore. E già martedì la partita dovrebbe essere chiusa.