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Ciocchetti: «La sfida è unire i moderati»

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Un'iniziativavoluta dal presidente dell'associazione e vicepresidente della Regione Lazio Luciano Ciocchetti con un convegno a Palazzo Wedekind al quale ha partecipato anche il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa. Ed è nelle parole di Ciocchetti che emerge l'attualità del pensiero di Donat Cattin: «Vedendo la disgregazione del Paese si capisce quanto bisognerebbe riprendere molti dei suoi messaggi come, ad esempio, le sue battaglie per far crescere un sentimento di integrazione che mediasse tra le varie fasce sociali del Paese. Poi non dobbiamo dimenticare la sua lotta per salvaguardare i diritti dei lavoratori, un impegno al quale tutti dovremmo guardare in un momento in cui aumenta il precariato e la mancanza di certezze per il futuro. Se poi pensiamo al ruolo della finanza ritorna alla mente la sua lotta contro coloro che difendevano gli interessi di pochi a scapito delle esigenze di molti. Tutti argomenti di attualità come quello che riguarda i partiti. Per lui dovevano avere un forte radicamento popolare. Queste cose dovremmo guardare». Onorevole Ciocchetti, a proposito di partiti, ritiene che i viceministri e i sottosegretari del governo Monti debbano essere dei politici? «Credo che in questa fase serva un periodo di decantazione dalla politica anche perché sarebbe stato difficile far sedere allo stesso tavolo Bersani e Alfano. Ma finita questa esperienza bisognerà che la politica riprenda la sua centralità. Credo quindi che il governo sarà completato con soli tecnici salvo alcuni nomi che, pur avendo avuto un'esperienza parlamentare, hanno un profilo tecnico molto forte». Oggi il segretario dell'Udc Cesa è tornato a sperare che i cattolici tornino ad unirsi in un unico contenitore politico. Un avvertimento a Pdl e Pd? «Questo periodo di decantazione aiuterà a comprendere che il modello bipolare è fallito. È ora di cambiare il sistema mettendo assieme persone in base alle cose da fare e non all'ideologia. Spero che da ora fino alla fine della legislatura riusciremo a mettere in campo questo progetto». Rinascerà quindi il partito dei cattolici? «No. Saranno cattolici e laici che si metteranno assieme per costruire un progetto politico che miri a dare un futuro al Paese. Vede, i cattolici in Italia rappresentano una realtà importante che, purtroppo, nella seconda Repubblica è stata disgregata ed emarginata». Passando alle europee, crede che l'Ue rischi veramente di collassare? «Questo rischio è reale ed è colpa di chi non ha spinto a creare un'unità economica in Europa. La Bce, per esempio, non è stata messa nelle condizioni di svolgere le stesse funzioni della Fed negli Usa e quindi non può garantire la stabilità della moneta. Spero che la crisi possa farci fare il passo decisivo che dia stabilità all'economia europea». Ale. Ber.

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