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"Codice deontologico per giudici e pm"

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano

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La giustizia è quasi sicuramente uno dei temi che non entrerà nell'agenda del governo Monti. Troppe distanze tra Pd e Pdl, troppe distanze tra magistratura e Pdl. Ciò nonostante Giorgio Napolitano non si lascia sfuggire l'occasione, così come aveva fatto qualche giorno fa sull'immigrazione, di rilanciarlo nel dibattito politico. Lo fa a Palazzo dei Marescialli, durante la cerimonia di insediamento del Comitato direttivo della Scuola superiore di magistratura. E non risparmia una stoccatina a giudici e pm. Per il Capo dello Stato, infatti, la loro formazione non deve essere nozionistica, ma deve trasmettere «un valido codice deontologico volto ad affermare il necessario rigore nel costume e nei comportamenti del magistrato così da favorire un esercizio responsabile dei poteri di giudice e pubblico ministero e che, tra l'altro, consenta alla magistratura italiana di contribuire alla costituzione dello spazio giuridico europeo e internazionale». Guai a cercare significati nascosti nelle parole di Napolitano. Ma di certo il richiamo al «necessario rigore nel costume e nei comportamenti» suona come una critica ad un certo modo di intendere la professione. In ogni caso il Capo dello Stato non si sofferma sul tema e, vista la presenza del neoministro della Giustizia Paola Severino, rilancia il suo appello al confronto e al dialogo. «Mi auguro che il ministro - spiega - promuova quel confronto costruttivo che auspico da sempre e senza il quale non possono recuperarsi né l'efficienza né quel limpido e razionale funzionamento del sistema giustizia al quale occorre mirare con rigore, serenità e senso del dovere». Il presidente della Repubblica sottolinea quindi il «momento particolarmente difficile e complesso» che il Paese sta attraversando e si dice certo che Severino saprà affrontare i problemi della giustizia «con impegno e indipendenza di giudizio». L'insediamento del Comitato, prosegue, è «un primo e importante passo» verso un nuovo tipo di formazione e aggiornamento dei magistrati, «una scommessa da vincere assolutamente». Il problema da risolvere, ribadisce, è quello di «dare effettivamente vita ad un modello di formazione che non serva solo ad arricchire le conoscenze ma anche a stimolare la consapevolezza dello strettissimo nesso che intercorre tra la tutela dell'indipendenza della magistratura e la qualità del servizio offerto ai cittadini. La formazione deve superare l'orizzonte dell'aggiornamento sugli orientamenti normativi e giurisprudenziali e deve invece principalmente servire a far maturare nei magistrati una progressiva consapevolezza del ruolo e della fisionomia costituzionale della funzione esercitata». Ma non è l'unico messaggio che il Capo dello Stato lancia in una giornata che lo ha visto ricevere al Quirinale, per colloqui riservati, sia la Guardasigilli che il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Sant'Agata. In mattinata, infatti, aveva inviato un saluto all'assemblea della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media Impresa (Cna) nel quale aveva sottolineato come «in un momento caratterizzato da difficili sfide che impongono una comune assunzione di responsabilità», l'assemblea costituisse un'«occasione importante per riaffermare le ragioni di una più forte coesione sociale». Fondamentale quindi per il Capo dello Stato «riaffermare le ragioni di una più forte coesione sociale, indispensabile per attuare le riforme strutturali necessarie alla crescita del paese e per offrire nuove e più sicure prospettive alle giovani generazioni». Poi, in un messaggio alle associazioni di volontariato penitenziario (Seac) un pensiero alla condizione carceraria che «troppo spesso appare distante dal dettato costituzionale sulla funzione rieducativa della pena e sul rispetto dei diritti e della dignità delle persone». In mattinata era arrivata anche la notizia del messaggio inviato dal Presidente della Repubblica al Presidente del Consiglio Nazionale Provvisorio della Libia, Mustafa Abd Al-Jalil: «Ho appreso con soddisfazione la notizia della formazione di un governo transitorio in Libia, nel pieno rispetto del calendario previsto dal Consiglio Nazionale Provvisorio con l'obiettivo di aprire il paese ad un futuro prospero e democratico. L'Italia è vicina all'amico popolo libico in questa decisiva fase della sua storia, nello spirito di un rinnovato impegno a operare assieme per lo sviluppo delle relazioni fra i nostri due paesi e per la stabilità e la crescita della comune regione mediterranea». Giustizia, carceri, politica estera, sviluppo. Napolitano continua a giocare un ruolo da assoluto protagonista in questa fase.

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