Sfida Zingaretti-Renzi per il dopo Bersani
Nel Pd è partito il dopo Bersani. Fino a pochi giorni fa il segretario aveva in mano il futuro del Paese. Ovviamente si sarebbero dovute fare le elezioni ma lui, salvo imprevisti, le avrebbe vinte. Invece è arrivato l'incarico a Monti e le carte in tavola sono cambiate. Ora l'esecutivo, e gli stessi partiti, guardano al 2013. Un anno e mezzo di Monti significa l'inevitabile indebolimento di Bersani, che, profetizzano alcuni Democratici, sarà costretto a fare un passo indietro. A questo punto ci sono due nomi che ricorrono nelle ipotesi degli addetti ai lavori: Nicola Zingaretti e Matteo Renzi. Il primo è presidente della Provincia di Roma. Ha vinto le elezioni nel 2008. Le stesse in cui al Campidoglio Gianni Alemanno ha sconfitto Francesco Rutelli. Il secondo è sindaco di Firenze. Ha fondato, con Giuseppe Civati, i «rottamatori», piace ai centristi e per conquistare il Comune che amministra ha dovuto, prima delle elezioni, vincere contro il suo stesso partito. Ovviamente il quadro è incerto ma i Democratici non lesinano scenari. Soprattutto a Roma. Dove un eventuale impegno di Zingaretti come candidato premier aprirebbe la corsa al Campidoglio. Perché se è vero che il presidente della Provincia rappresenta la naturale candidatura contro Alemanno (o chi per lui), è altrettanto evidente che se prendesse la strada di Palazzo Chigi, allora si aprirebbe una competizione serrata. I candidati sono alla finestra. Innanzitutto il deputato Enrico Gasbarra. Predecessore di Zingaretti a Palazzo Valentini, è il segretario del Pd laziale in pectore. È vicino ai Popolari ma nei suoi anni alla guida della Provincia è riuscito a tenere insieme una coalizione che andava dai cattolici ai comunisti. Piace quasi a tutti nel Pd, tanto che non si capisce perché sia così difficile dargli l'incarico. Poi c'è David Sassoli. L'ex giornalista della Rai fa il capogruppo al Parlamento europeo ma non perde d'occhio Roma. Non è un caso che nelle ultime settimane abbia organizzato alcune iniziative che hanno fatto il tutto esaurito: prima un convegno sull'immigrazione con l'ex assessore capitolino alla Sicurezza Touadi, poi uno sulla sanità con la Bindi e, due giorni fa, un incontro con i giovani e Romano Prodi (a cui ha partecipato anche Zingaretti). Infine c'è Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio e ministro del governo Monti. Sarebbe il candidato sindaco di Roma sognato da Francesco Rutelli per il terzo polo. Ma anche i veltroniani ci avrebbero fatto un pensiero. Difficile che accetti. Eppure c'è già chi disegna le primarie a tre. Sempre che Zingaretti venga «lanciato» alla premiership. In caso contrario, avrebbero chiarito sia Gasbarra sia Sassoli, nessuno metterebbe i bastoni tra le ruote al numero uno della Provincia di Roma.