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Affaire Finmeccanica, prima grana per Monti

Il premier Mario Monti

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Il dossier ereditato dal precedente governo sulla gestione di Finmeccanica messa sotto accusa dai magistrati per gli appalti dell'Enav è la prima grana, vera, che si trova sul tavolo il neopresidente del consiglio Mario Monti. Che, visto l'ingigantirsi delle indiscrezioni sul coinvolgimento della politica nella gestione della holding stella del made in Italy nel settore della difesa, ha acceso il suo faro. In qualità di titolare dell'interim del ministero dell'Economia, Monti è intervenuto personalmente per chiedere una soluzione «responsabile» e in tempi rapidi per l'azienda partecipata dal Tesoro (con il 30,2%). Un interessamento che a tutti è suonato come l'arrivo delle dimissioni del presidente Pier Francesco Guarguaglini, subito smentite dall'azienda. E dallo stesso manager che ha ribadito in modo categorico «di non aver mai creato fondi neri, di non aver mai elargito nè dato ordini di elargire somme di denaro a politici e/o partiti». La possibile resa dei conti è probabilmente rinviata al cda del Gruppo di Piazza Montegrappa in programma la prossima settimana. Eppure l'attenzione sulle aziende coinvolte resta massima da parte del Tesoro. Che ieri ha messo a segno il primo colpo, per mettere un po' d'ordine nelle sue controllate, nominando Massimo Garbini nuovo amministratore unico dell'Enav. Il dicastero di Via XX settembre ha spiegato che, «essendo decaduto l'intero cda di Enav per le intervenute dimissioni della maggioranza degli amministratori a suo tempo nominati dall'assemblea», lo stesso ha provveduto a nominare Garbini, attuale direttore generale della società, amministratore unico per il triennio 2011-2013. Il primo atto c'è dunque stato. Ma lo stesso premier in una nota ha detto di seguire «con attenzione» l'evolversi della situazione di Finmeccanica e di aspettarsi una «rapida e responsabile soluzione». Monti in particolare ha concordato con i ministri competenti di «verificare con la società che si stiano predisponendo le iniziative necessarie». Insomma il premier chiamato a gestire una situazione economica senza via d'uscita e già in pista per annunciare misure draconiane per rimettere a posto la situazione finanziaria dello Stato ha dovuto rivolgere la sua attenzione primaria su una delle aziende di Stato più importanti. Finmeccanica è infatti tra i leader del mondo per i sistemi di difesa, un concentrato di tecnologia e di conoscenza italiana, che fa gola a molti e sulla cui debolezza probabilmente i competitor internazionali stanno affilando i coltelli. Anche per questo la necessità di difenderla è prioritaria trattandosi di interessi strategici della nazione. Una difesa condita però dal pressing per un rinnovamento dei vertici del Gruppo: la leader della Cgil, Susanna Camusso, ha chiesto al Governo di intervenire se il management non è più un grado di rilanciare l'azienda. Lo stesso hanno fatto esponenti del Pd, dell'Idv e dei Verdi. A Piazza Monte Grappa intanto si attende la nomina del sottosegretario con delega alle partecipazioni pubbliche, che consentirà di fissare la data del consiglio di amministrazione straordinario annunciato dopo i risvolti giudiziari dell'inchiesta in cui sono indagati oltre a Guarguaglini (false fatturazioni) la moglie Marina Grossi (corruzione e false fatturazioni), ad di Selex Sistemi Integrati. Al cda potrebbe arrivare la resa dei conti tra l'ad Giuseppe Orsi e il presidente con deleghe Guarguaglini. Orsi ha chiesto lunedì scorso le dimissioni della Grossi, che però un cda straordinario ha riconfermato alla guida della controllata di Finmeccanica. Per Selex ora circolano voci non confermate di un nuovo board nei prossimi giorni. Difficile però che Guarguaglini si presenti dimissionario, non avendo preso questa decisione fino ad ora (è stato iscritto nel registro degli indagati a inizio 2011). Ieri intanto il titolo di Finmeccanica è tornato a rivedere il segno più(ha guadagnato anche il 4% e chiuso a +0,27%): un po' di fiato dopo il -6% di lunedì e dopo aver archiviato la scorsa settimana con una perdita complessiva vicina al 30%.

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