Prodi promuove Monti: "È l'uomo giusto"

Mario Monti è riuscito anche a resuscitare l'entusiasmo per Romano Prodi. L'ex presidente del consiglio si è trovato a parlare ieri pomeriggio in centro a Roma in una sala piena fino all'inverosimile di ragazzi, che lo hanno ascoltato e «pressato» sui temi più scottanti della politica. Un incontro organizzato dall'europarlamentare del Pd David Sassoli e che a molti è sembrato un primo passo dell'ex giornalista Rai per costruirsi una candidatura per le prossime elezioni a sindaco della città. Prodi ha promosso l'attuale premier, ha spiegato quali sono stati in passato gli errori di Francia e Germania nella difesa dell'Europa e ha «promosso» l'idea degli eurobond. Ma soprattutto ha confessato la sua fiducia assoluta nella forza dell'Italia per uscire dalla crisi. Su una sola domanda l'ex leader dell'Ulivo ha glissato, quando gli hanno chiesto cosa farebbe se in questo momento si trovasse sulla poltrona di palazzo Chigi: «Non risponderò nemmeno morto». Il suo intervento è partito ricordando la sua esperienza di commissario della Ue. «Quando è scoppiata la crisi greca – ha raccontato – mi sono ricordato di quando come presidente della Commissione europea sostenevo la necessità di istituire un organismo che controllasse con rigore i conti dei Paesi membri. Germania e Francia non vollero. Per cui la Grecia, nella fase di aggancio all'Euro, ha potuto imbrogliare i conti, senza che nessuno potesse fare nulla». Ma per l'ex leader dell'Unione il tracollo dell'economia ellenica è una rappresentazione della debolezza dell'Unione europea: «Un Paese che in termini numerici è il 2% dell'economia europea – ricordo che la provincia di Vicenza esporta più della Grecia – rischia di portare a fondo tutto il sistema». Ed è per questo che l'Italia, pur avendo i fondamentali in ordine, sconta la debolezza causata dall'enorme debito pubblico. «Quando al governo c'eravamo noi – ha ricordato parlando della prima esperienza dell'Ulivo – il rapporto tra deficit e Pil era al 121%. Lo stesso che abbiamo oggi, più basso di quello che hanno Francia e Spagna. Quindi non vedo alcun motivo per considerare l'Italia come l'anello debole della catena europea. Siamo sempre il secondo Paese della Ue in termini di esportazione anche se scontiamo qualche difficoltà nel settore dei servizi, delle infrastrutture o del turismo. Ma con la forza dell'export riusciamo ancora a coprire le nostre difficoltà». Prodi ha poi raccontato di come all'inizio fosse anche lui scettico su un cambio di governo. «Già nello scorso luglio dissi che se si cambia il timoniere durante la tempesta, la nave rischia di andare a sbattere sugli scogli. Poi, tra agosto e settembre, è successo il finimondo: ministri che dicevano tutto e il contrario di tutto, la maggioranza che litigava, il governo che non decideva più. Questa situazione ha accelerato la crisi e quando siamo diventati l'oggetto del ridicolo e della derisione dei partner europei, allora ho pensato: se va avanti così sugli scogli ci andiamo a sbattere lo stesso». Ora però Mario Monti, secondo Prodi, può essere l'uomo in grado di rimettere a posto i conti pubblici. «È di tutta evidenza che l'Italia non è l'unico Paese europeo in difficoltà – ha concluso – ma per un certo periodo ha fatto comodo che fosse ritenuto l'anello debole della catena. Basta vedere che da quando sono sotto attacco i titoli pubblici della Francia e dell'Austria la musica è cambiata all'improvviso. Conoscendo la storia e la competenza di Monti penso proprio sia la persona giusta per sbloccare la situazione. Sono sicuro che l'Italia ce la farà». E alla fine Prodi ha dato il via libera anche agli Eurobond. «In Germania è una parola peccaminosa, però abbiamo bisogno di una Francia cooperativa e dobbiamo offrire cooperazione, non per andare contro la Germania, ma per fare un progetto come quello degli Eurobond in cui entrino veramente tutti». Pa. Zap.