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"È censura parlamentare Così che c'annamo a fa'?"

Umberto Pizzi

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«Io voglio sapere che c'annamo a fa' noi fotografi alla Camera si nun potemo fotografa'». Umberto Pizzi non si dà pace. La storia dell'autoregolamentazione per le foto «rubate» in Aula non gli va giù.  Umberto, i parlamentari hanno diritto a una loro privacy?  «Ma quale privacy? Se Verdini mostra il display con le ultime chiamate fatte, in un periodo di caccia al deputato, è un fatto giornalistico e va raccontato. Non è una cosa privata. Le cose private le vai a fare a casa tua!».  Il Parlamento dovrebbe essere un palazzo di vetro... «Il Parlamento è un luogo pubblico. Si vogliono appropriare di una cosa che appartiene al popolo italiano. Ci dicono quello che possiamo fare e quello che non possiamo fare. E allora va bene fotofrafare uno che dorme o che si fa le pulizie di Pasqua, ma non puntare gli obiettivi sui loro pizzini».  Siamo alla censura?  «E cosa, se non censura. Ci dicono di mettere un bavaglio sulle macchine fotografiche, i cappuccetti davanti ai teleobiettivi. E noi cosa diamo ai giornali. Le ceramiche?» Di cosa hanno paura?  «Ah, non lo so. Se c'è un degrado della politica, la colpa non è dei giornalisti o dei fotografi. La colpa è dei membri del Parlamento che non si comportano in maniera adeguata. Se vogliono tenere alto il buon nome della politica, possono farlo. Noi saremo lì a fotografare. Facciamo cronaca e la tecnologia ce lo permette». Sbagliata la scelta dell'autoregolamentazione? «No, quella è una cosa giusta. Per regolamentare l'accesso in Aula. Così magari ci danno anche una stanza, come quella che ha la stampa parlamentare. Solo che non è che le regole ce le possono imporre loro. Altrimenti meglio rimanere senza stanza». Cosa succederà adesso?  «Il problema è che noi non abbiamo nessun santo in Paradiso. In parlamento non ci sono fotografi. Giornalisti, sì. ce ne sono tanti. E faranno bene a darci una mano perché se hanno avuto tante cose da raccontare è stato anche merito nostro». Avete in mente delle iniziative di protesta? Magari scegliendo di disertare le Aule parlamentari? «Macché! Quelli pagherebbero due o tre fotografi embedded. Come accadeva in Iraq. Dalla censura militare a quella parlamentare».

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