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I tagli al comparto sicurezza, immigrati e rom, lotta alle mafie.

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Prefettodi lungo corso, incontra i giornalisti al ministero, nella Sala Roma, a fianco al suo ufficio, smentendo così la voce che l'esecutivo Monti fosse chiuso alla stampa. Ha la voce leggermente emozionata Anna Maria Cancellieri, passata in pochi giorni da commissario straordinario di Parma a ministro dell'Interno. Una nomina, commenta il prefetto, che la rende «fortemente emozionata e motivata». La Cancellieri ha poi rivelato di aver appreso della sua nomina alle 9 di mattina dalla voce dello stesso professor Monti. «Mio figlio mi ha detto: "a ma' ma che stai a dì", una volta che l'ho detto a casa», ha scherzato la Cancellieri che poi ha aggiunto di aver avuto un passaggio di consegne «molto cordiale» con Maroni. Sul suo tavolo «fascicoli» pesanti: «Per cortesia non chiamiamoli dossier», sottolinea la ministra. Il nuovo ministro non si sbilancia comunque sui provvedimenti da attuare, dall'immigrazione all'ordine pubblico. «Voglio - riferisce con molta cordialità - studiare ed approfondire i problemi prima di parlarne». Ci tiene poi a sottolineare il suo profilo di tecnico. «Noi - sottolinea - non dobbiamo avere una linea politica, non siamo stati eletti, io non ho un partito alle spalle né un programma politico da illustrare. Farò quindi il mio dovere, allo stesso modo di quando sono stata chiamata a fare il commissario: sono qui per servire il Paese». Disposta persino a essere retribuita in Bot e Cct se necessario per il bene dell'Italia. Ma sul tavolo del ministro, intanto, è già giunto il «dossier-fascicolo» Rom dopo il «no» del Consiglio di Stato al «Piano nomadi» voluto dal precedente ministro Maroni. Ma sarà il più vasto tema dell'immigrazione ad essere sicuramente al centro della nuova gestione del ministero. «È un tema che conosco bene», si è limitata a dire la Cancellieri che, sulla specifica questione dell'ingresso di stampa e organizzazioni umanitarie all'interno dei Cie ha aggiunto: «Ora non posso dire nulla. Certo, d'istinto risponderei guidata dai sentimenti, ma devo capire perché certe misure sono state assunte nel passato». Il primo suo atto pubblico sarà a Palermo, venerdì prossimo, dove incontrerà i prefetti della Sicilia e dove inaugurerà una nuova sede dell'Agenzia per i beni confiscati. E proprio sulla figura del prefetto, la Cancellieri ha voluto spendere parole di apprezzamento: «I prefetti - ha detto - sono lo Stato». Sulle proteste degli operatori di polizia dovute ai tagli lineari del precedente governo, ha annunciato «di aver già parlato con il capo della Polizia, Antonio Manganelli, concordando con lui di incontrare al più presto i sindacati di polizia». Quindi ha rivelato di aver chiesto subito una macchina italiana ricevendo, però, una risposta negativa. «La vettura di marca italiana più recente ha 150 mila chilometri sulle spalle. - ha detto con una battuta - non vorrei rimanere subito appiedata». Il neo ministro dell'Interno ha ammesso, senza omissioni, di addormentarsi facilmente in auto. Ha liquidato le quote rosa come una discriminazione: «Le donne sono più in gamba perché riescono a mettere insieme la sera e la mattina. Il lavoro e la famiglia» ha detto confidando, però, «mio marito è un santo». Ma le domande si sono spinte fino alla fede calcistica: «Sono della Roma e tifo per Totti» e alla discussa tessera del tifoso: «va vissuta - ha detto il ministro - come uno strumento a favore del tifoso e non contro di lui».

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