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Il presidente vuole solo sottosegretari tecnici

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Perevitare che la partita dei numeri 2 dei ministeri si trasformi in un suk con un'infinita trattativa tra i partiti, il presidente del consiglio avoca a sè la decisione con una prima stretta sui nomi che, spiega un ministro, potrebbe arrivare già nel prossimo Consiglio di venerdì. Perchè il governo accenda tutti i motori, la scelta dei sottosegretari è tutt'altro che secondaria. Le commissioni parlamentari, per fare un esempio, questa settimana non sono convocate perchè è necessaria la presenza di un esponente del governo «eppure - spiegano fonti parlamentari - ci sono provvedimenti, come l'art.81 con l'obbligo del pareggio di bilancio, che sono già incardinati e che potrebbero già essere discussi». Cosciente dell'urgenza, Monti affronterà il tema in incontri ad hoc, al rientro dal tour europeo, con i vari big, dal segretario Pdl Angelino Alfano al segretario del Pd Pier Luigi Bersani. Che a loro volta hanno l'intenzione di aiutare il Professore a sbrogliare la matassa vista la mole di autocandidature, pressioni e sponsorizzazioni che da una settimana fioccano sia sui leader di partito sia sui dirigenti. La traccia indicata ai partiti, è di fornire «rose» di personalità puramente tecniche. Liste corte visto che, in nome dell'austerity necessaria per rilanciare il paese, Monti avrebbe indicato un numero tra i 24 e i 28 sottosegretari, cioè la soglia minima per seguire i lavori delle 28 commissioni parlamentari. Sarebbe stato escluso tendenzialmente, si apprende da fonti parlamentari, anche un passato da parlamentare anche se Pier Luigi Bersani, concordando con il profilo tecnico, sottolinea come per risolvere il problema del raccordo tra governo e Parlamento sarebbe «più facile se viceministri e sottosegretari avessero una certa attitudine, magari maturata in esperienze passate, al dialogo con il Parlamento». Oggi il Pdl avvierà una serie di riunioni di dirigenti per stendere la lista mentre il Pd non ha al momento fissato vertici per evitare di aprire una mediazione interna tra le varie aree. I partiti «hanno tutto il diritto di fare le loro proposte», è la convinzione espressa dal presidente della Camera e leader di Fli Gianfranco Fini.

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