Il Pd rischia di implodere sulla Borsellino
Male resistenze maggiori arrivano dai "padrini" della nomenclatura del Pd che oggi gestiscono politicamente, sotto la regia del governatore Raffaele Lombardo, la Regione. A capo di questa cordata di democratici c'è la coppia Antonello Cracolici (capogruppo Pd al parlamento siciliano) e Giuseppe Lumia (paladino dell'antimafia) che tenta di sbarrare la strada alla candidatura di Rita Borsellino a sindaco di Palermo, in vista delle amministrative della prossima primavera. E ciò in barba al leader del Pd, Pierluigi Bersani, "padre" della candidatura. «Bersani non è stato il primo a propormi la candidatura», tiene a precisare l'europarlamentare Borsellino che, stando ad alcuni sondaggi, sembra viaggiare sulla buona strada. In questo ambiguo scenario, un fatto è certo: da quando Rita ha deciso di entrare in politica, ha scelto la strada alternativa a quella dettata dai poteri "forti". E in tal senso va sicuramente letto il suo "no" all'apertura al Terzo polo. Ma proprio da questo fronte arrivano le pressioni maggiori per mettere fuori gioco la sorella del magistrato ucciso dalla mafia. «Mi auguro che il Pd - avverte Lombardo - si renda conto che quella di Rita Borsellino è una candidatura che divide, soprattutto il Pd, e che lo esclude dalle scelte politiche. Detto con molta franchezza se non ci sarà un grande concorso di forze politiche di solidarietà, da Roma a Palermo, come farebbe questa persona (Borsellino, ndr) a non gettare la spugna dopo un mese nel governo di una città che va avanti a via di finanziamenti straordinari da parte dei governi nazionale e regionale per fronteggiare le mille emergenze?». Intanto, i vertici romani del Pd reastano in silezio. D'altronde lo stesso Bersani, stando ai fatti, si ritrova tra le grinfe lombardiane grazie alla corrente capeggiata da Lumia-Cracolici e, allo stesso tempo, non intende rimanere tra l'incudine (Lumia-Cracolici) e il martello (Lombardo).