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"Burattinai e banchieri di Dio? C'è chi vuole fuggire dalla realtà"

Il Gran Maestro Gustavo Raffi

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Ma quali poteri forti! Quale complotto. Tutta questa mania di vedere registi occulti, trame internazionali, grandi burattinai che muovono i fili del Paese, sono una fissazione italiana. Una tentazione che riemerge quando si tratta di assumersi delle responsabilità» Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande Oriente d'Italia, ovvero numero uno della Massoneria, sbotta. Più di un giornale, soprattutto quelli che fanno capo alle frange estreme del panorama politico, ha chiamato in causa la Massoneria. Alcuni si sono spinti a ipotizzare addirittura un asse insolito tra il Vaticano e la Massoneria uniti in un mega piano di rovesciamento del governo Berlusconi per mettere sulla plancia di comando un drappello di «tecnocrati». Raffi ride di gusto.  Cos'è che la diverte tanto?  «Mi sovviene quello che diceva Ennio Flaiano, cioè che il nostro Paese è in una situazione grave ma non seria. Noi stiamo semplicemente assistendo al fallimento della politica che ha generato quello che abbiamo di fronte agli occhi. Di fronte a queste problematiche e alla volontà di risolverle non va fatta fantapolitica. Bisogna mettersi con animo sereno e verificare nei fatti quello che il nuovo governo farà».  E la congiura?  «Ho letto che qualcuno adombra una sorta di congiura giudaico massonica. È comico. Vabbè che ci avviciniamo a Natale e tra un po' avremo i cinepanettoni ma qui siamo alla fantasia allo stato puro». C'è chi ha chiamato in causa la Massoneria... «È una vecchia abitudine. Anzichè fare un'analisi seria della situazione, cercando le responsabilità anche nel passato e invece di cercare di risolvere i problemi c'è la fuga verso la costruzione di scenari fantastici. A volte nel nostro Paese si vive come in una fiction. L'etica della responsabilità è andata a farsi friggere». E come va a finire?  «Il nostro è un Paese grandioso. Proprio quando si pensa che non ci sia nulla da sperare, proprio quando il futuro è nebuloso, ecco che l'Italia risorge. la verità è una sola». Ce la dica. «Gli italiani sono migliori di chi li ha guidati finora. Altro che poteri forti. Il mio auspicio è che l'attuale governo tecnico sia in grado di affrontare seriamente i problemi senza andare a pesare con il bilancino chi deve affrontare i sacrifici e chi no. È il momento di fare un discorso di responsabilità che coinvolga tutti, civili e ecclesiastici». Vuol dire che anche la Chiesa deve stringere la cinghia? «Certe legislazioni del passato hanno favorito l'esenzione dall'Ici dei beni ecclesiastici. Bene ma poi basta. Andrebbe rivisto l'8 per mille. Insomma ci si aspetta che anche da parte della Chiesa ci sia maggiore sensibilità e non si cerchi l'esenzione continua». Quel che lei dice avvalora la tesi di alcuni che vendono anche una regia del Vaticano nella formazione di questo governo. «E in che modo? me lo dica lei».  Magari favorendo la nomina nei ministeri di figure di sensibilità cattolica o espressione di ambienti cattolici. Questo si legge in questi giorni. «Non mi scandalizzo se alcuni ministri hanno una sensibilità cattolica. C'è da vedere se nell'azione di governo sapranno essere laici, mantenere la loro fede nella sfera privata, essere indipendenti e autonomi. Che siano cattolici o no non cambia nulla. Peraltro la maggioranza degli italiani, almeno sulla carta, professa questa religione». Si è parlato anche di un governo dei banchieri. Anzi c'è chi ha titolato: banchieri di Dio. «Non ci vedo niente di strano nell'andare a vedere l'esperienza di vita. Quella dei banchieri di Dio è una battuta. Ad ogni cambio di governo fiorisce il gusto della boutade. Ma ripeto: guardiamo ai fatti. Il governo è appena partito, diamogli tempo. Una bocciatura a priori non è di sicuro una soluzione intelligente». Ma Marcinkus, la P2, Licio Gelli...di complotti in Italia ce ne sono stati eccome. Non è solo fantasia da romanzieri. «È bene prestare attenzione, le menti sono agili e fantasiose. Se pensiamo a Marcinkus, qualche precedente di spericolato banchiere magari in combutta con altri peronaggi come il Gelli e quelli della P2, c'è. Si tratta di eventi che hanno avuto a che fare con certa finanza strana. Questi precedenti hanno alimentato la tendenza ogni volta che si vuole colpire un nuovo sistema, a cercare retroscena complottistici. Meglio non gridare al lupo al lupo che poi non ci crede nessuno ma essere osservatori».  Ma allora che dire del Gruppo Bilderberg? Le riunioni periodice di big della finanza, dell'economia, dell'industria? Anche queste sono invenzioni? «Sono note di colore. Il complotto demo-plutocratico e giudaico massonico ha portato male a chi lo aveva pubblicizzato. Per scaramanzia forse è meglio che chi ne parla si astenga. Restiamo ai fatti e assumiamoci tutti la responsabilità di affrontare un presente difficile».  

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