Scilipoti-Fini L'ultima battaglia a Montecitorio
L'alloradeputato dell'Idv Domenico Scilipoti, insieme con altri due colleghi «nominati» dal centrosinistra (Cesario e Calearo), ribaltò i numeri del pallottoliere del presidente della Camera Fini e dei suoi fedelissimi. Il governo Berlusconi non cadde e la nuova formazione del numero uno di Montecitorio perse di botto la metà dei consensi che i sondaggi gli attribuivano. Pochi giorni fa l'ormai leader del Movimento di Responsabilità Nazionale e il presidente di Montecitorio sono tornati a scontrarsi. In un discorso in Aula il deputato ha finito il tempo a disposizione e Fini gli ha levato la parola. Scilipoti non ha digerito l'affronto e ha mostrato un cartello esplicito: "Fini Vergogna". Sono intervenuti i commessi. Venerdì mattina, durante la fiducia al governo Monti, l'ultima battaglia. Scilipoti ha chiesto di parlare «a titolo personale». Ha cominciato a leggere il suo discorso. Cinque pagine critiche nei confronti dell'esecutivo tecnico ma soprattutto sulle modalità con cui il Capo dello Stato ha dato l'incarico al professore. Secondo il deputato nell'occasione non è stata rispettata la «prassi costituzionale». «In altri periodi, quello che oggi è stato definito un governo tecnico, qualcun altro lo avrebbe definito un golpe» ha detto in Aula Scilipoti. E ha aggiunto: «Questo governo non è stato eletto dal popolo ma ci è stato imposto da qualcuno d'oltralpe che ha un potere economico finanziario che ha tutt'altri motivi anziché rilanciare l'Italia». L'impegno c'era. Anche il look. Il medico siciliano s'è presentato alla Camera con il lutto al braccio e ha distribuito volantini con un necrologio: «Oggi è morta la democrazia parlamentare. Il popolo sovrano ne dà il triste annuncio al Paese». Ma non sono bastati toni e piglio da moschettiere. Nemmeno alla seconda pagina del discorso, il tempo è scaduto. Anche stavolta. E Fini ha levato la parola al deputato. Scilipoti non ha protestato, anzi ha cercato di essere affabile: «Ho chiesto semplicemente al presidente della Camera di poter allegare il mio discorso agli atti parlamentari, come si fa in questi casi. Fini mi ha detto di sì». Ma c'è stato un imprevisto, denuncia Scilipoti: «Mi hanno chiamato dall'ufficio resoconti e mi hanno detto che Fini aveva negato l'autorizzazione e che dunque il mio discorso non sarebbe potuto essere allegato agli atti». Il disappunto del «Responsabile» è palpabile: «È previsto che il presidente della Camera possa negare l'autorizzazione ma nel caso ci siano offese o improperi. Non è il caso del mio discorso. Penso dunque che si tratti di una cattiveria nei miei confronti, una cosa gravissima». A. D. M.