I 200 mila euro versati all'Udc

«Hopiena fiducia - dice Pier Ferdinando Casini - nei magistrati e in Naro». «È un atto dovuto da parte dei magistrati - aggiunge il tesoriere - nella cui serietà confido totalmente». Con una nota ufficiale il partito sottolinea invece che si tratta di «fatti già noti, già smentiti, pubblicati sui giornali e in tv nel mese di agosto». Nelle 63 pagine di ordinanza, però, il gip accoglie la tesi dei pm che hanno indagato Pugliesi, Naro e Di Lernia per finanziamento illecito. Ricostruendo quanto accaduto sia con gli interrogatori dei diretti interessati, compreso Naro, sia attraverso una serie di riscontri investigativi. Dunque, secondo la procura, il 29 gennaio 2010 Di Lernia va a San Marino e ritira dal conto corrente «Ciclamino», aperto presso la banca Commerciale Sammarinese, 206 mila euro. Soldi che sarebbero stati consegnati il 2 febbraio al tesoriere dell'Ucd, alla presenza di Pugliesi, nella sede del partito. Della «tangente», ovviamente, «non c'è annotazione alcuna nei bilanci della Print System (l'azienda di Di Lernia, ndr.) nè - scrive il gip - risulta deliberata dagli organi sociali...in quanto si trattava di impiego di cosiddetti "fondi neri"». Ci sono poi gli interrogatori. Il 25 maggio scorso, Di Lernia mette a verbale che «Pugliesi aveva sempre rifiutato offerte di denaro» e tuttavia «nell'ultimo periodo aveva sollecitato un'offerta di denaro presso l'ufficio dell'onorevole Casini». Soldi che, scrive il gip, furono consegnati da Di Lernia appunto al tesoriere «alla presenza di Pugliesi» prima delle elezioni regionali «per le quali il Pugliesi gli aveva indicato la necessità del conferimento». Lo stesso Naro aveva «escluso di aver ricevuto denaro da Di Lernia» ma «ha ammesso di averlo incontrato nel suo ufficio con il Pugliesi».