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Rigore e crescita, Passera parte dalle liberalizzazioni

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Il ministro allo Sviluppo economico Corrado Passera

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Tra il rigore e la crescita, le due parole d'ordine a cui saranno improntati gli sforzi del governo Monti, a Corrado Passera toccherà forse la parte più difficile, quella di dare un impulso decisivo ad un'economia col fiato ormai cortissimo. Il nuovo superministro dello Sviluppo, delle Infrastrutture e dei Trasporti troverà sul suo tavolo molti dossier aperti, lasciati incompiuti dal precedente governo o ancora in stallo sui banchi del Parlamento, ma dovrà anche cercare di puntare su interventi nuovi e decisivi, dallo sviluppo delle infrastrutture alla semplificazione del lavoro d'impresa, capaci di riaccendere il motore di un Paese dato da molti osservatori già in recessione. Il primo capitolo è quello sulle liberalizzazioni Dalle celebri "lenzuolate" di Bersani molta acqua è passata sotto i ponti e di liberare l'economia si è parlato molto, agendo però poco. Eppure, secondo le stime di Bankitalia, la spinta al Pil di liberalizzazioni ben fatte potrebbe essere di ben l'1,5%. L'incarico affidato all'ex presidente dell'Antitrust, Antonio Catricalà, di sottosegretario alla presidenza del Consiglio rende facile ipotizzare quali potrebbero essere le prime misure: riforma degli ordini professionali e abolizione delle tariffe minime, semplificazione della burocrazia che ancora pesa sulle imprese, apertura delle gare per i servizi pubblici locali, i cui tentativi di liberalizzazione si sono negli anni ripetutamente arenati. Ci sono poi le questioni irrisolte del settore postale e di quello ferroviario, con il prossimo ingresso di Ntv e l'assenza di un'Authority competente in materia, pallino assoluto di Catricalà. Un altro dei cavalli di battaglia dell'ex Garante era anche la necessità di evitare conflitti di ruolo per manager che siedono contemporaneamente in banche e assicurazioni concorrenti. Tema che Passera, forse per dimostrare una volta per tutte di non aver alcun conflitto di interesse con il mondo bancario da cui proviene, potrebbe riprendere in mano. Se fosse inoltre confermata l'indiscrezione sul possibile arrivo di Tullio Fanelli come sottosegretario con la delega all'energia, anche quella del monopolio nel gas potrebbe essere una questione da affrontare. Nell'agenda del nuovo ministro lo sviluppo della banda larga rimasto in sospeso dopo il fallimento del tavolo Romani, e la vicenda Edison, che stenta ancora a trovare una soluzione e della quale Passera è attento conoscitore. Fin qui il lavoro allo Sviluppo. Ma per centrare l'obiettivo, dichiarato sin dal giorno del giuramento, di creare più occupazione, è soprattutto sulle Infrastrutture che si dovrà puntare. Il suggerimento arrivato dalle imprese nel "Manifesto per salvare l'Italia" redatto a fine settembre, era quello di delimitare l'ambito delle opere essenziali per il Paese e di incentivare il project financing grazie ad una più stretta collaborazione tra pubblico e privato. Obiettivo che potrebbe essere reso raggiungibile con apposite agevolazioni fiscali e con un più agevole accesso al credito  

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